L’anormalità eletta a sistema
E per Torino finora è un flop

Domenica la San Bernardo in trasferta contro una Fiat senza pace nella gestione tecnica e del club.

Di tutto, di più. Quello che durante la proprietà Gerasimenko ha caratterizzato la tanto estrosa quanto singolare gestione della Pallacanestro Cantù rappresenta un termine di paragone sufficientemente attendibile per descrivere ciò che ormai da tempo sta avvenendo all’Auxilium Torino che domenica alle 17.30 al PalaVela riceverà la visita proprio dell’Acqua San Bernardo.

Quattro allenatori diversi nel 2018 (con almeno tre grandi nomi come quelli di Banchi, Recalcati e Brown), 33 giocatori sotto contratto nello stesso anno solare, di cui 29 impiegati. Con i “visti” ora esauriti e gli acquisti bloccati per la sentenza Fiba sul caso-Patterson. In mezzo a tanta confusione e trambusto, con il caos a rubare spesso e volentieri la scena all’interno di un anno vissuto pericolosamente, Torino ha saputo peraltro alzare il suo primo trofeo della storia, la Coppa Italia (a proposito, con la sconfitta accusata nell’ultimo torno a Cremona, la Fiat è ormai sicura di non poter difenderla poiché non ha i più numeri per agguantare le Final Eight).

L’Auxilium, a inizio dell’attuale stagione, si era affidata a un santone del basket mondiale quale Larry Brown (tra gli altri, un titolo Ncaa con Kansas nel 1988 e uno Nba con Detroit nel 2004) che nonostante i 78 anni e la lontananza dalla panchina nelle ultime stagioni era approdato in Italia, a ragione, tra squilli di tromba e rulli di tamburo. In realtà, per motivi di salute, era stato costretto a saltare quasi tutta la preparazione estiva ma subito dopo il suo arrivo la Fiat in Supercoppa aveva vinto la semifinale con Trento per poi arrendersi senza sbracare a Milano in finale. Dopodiché, il disastro. Dieci partite (su dieci) perse in Eurocup e soltanto 4 (su 13) vinte in campionato. E, a un certo punto (dal 24 ottobre al 25 novembre), 10 ko di fila tra coppa e serie A. In particolare due soli i successi ottenuti da Brown (a dicembre, battendo in casa Trento e Pistoia) poiché gli altri sono da ascrivere a Paolo Galbiati che ha guidato la squadra durante una successiva assenza di Brown, tornato negli States per motivi di salute. E lo stesso Galbiati - il tecnico con il quale la Fiat ha vinto la Coppa Italia - è stato promosso di nuovo “capo” dopo la separazione tra il club e il coach consumatisi definitivamente negli ultimi giorni del 2018. «I ragazzi non hanno ancora compreso quanto sia delicato il momento. Ci dobbiamo chiudere in palestra e lavorale duro»: questa la dichiarazione di Galbiati all’indomani del rovescio rimediato a Cremona e in prossimità dell’allenamento indetto per Capodanno.

Giusto appunto per chiarire, appunto, la drammaticità (sportiva, s’intende) del momento. Anche perché, per non lasciarsi mancare davvero nulla, nel frattempo si era consumato anche l’alterco tra il vicepresidente con delega all’area tecnica Francesco Forni e Carlos Delfino, finito fuori rosa dopo un duro confronto in spogliatoio e il reciproco scambio di accuse sul web. Con la successiva netta presa di posizione della tifoseria organizzata che ha scelto di schierarsi con l’argentino con tanto di contestazioni alla proprietà, manifestatesi sia in rete sia con striscioni esposti nell’ultimo match al PalaRadi di Cremona. Che ambientino, verrebbe da dire, non fossimo stati abituati a nostra volta in questi ultimi anni da queste parti... Ah, intanto - proseguendo con le analogie - anche a Torino la società è ufficialmente in vendita.

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