«Le assenze ci caricano
Complimenti ai ragazzi»

L’allenatore Pancotto si gode il successo di Cantù contro Roma. «Sono soddisfatto del gioco della squadra».

Torna al successo l’Acqua San Bernardo, e ci torna in una di quelle partite che valgono doppio, visto che si affrontava una rivale nella lotta per la salvezza, obiettivo che rimane fondamentale nella stagione canturina. E ci torna pur essendo priva di uno dei suoi riferimenti sul campo, e cioè Leunen, ed è singolare rilevare come due delle tre vittorie della squadra di coach Cesare Pancotto siano arrivate in partite nelle quali erano assenti (dopo Smith a Varese) i due giocatori più esperti del gruppo.

Il commento di Pancotto si aggancia subito all’ultima constatazione: «Le assenze ci forniscono una motivazione ancora più marcata, ed è per questo che mi sento di fare i complimenti a chi è andato in campo: 101 punti segnati, 122 di valutazione, cinque giocatori in doppia cifra sono dati che confermano la bontà della nostra prova offensiva».

Qualche svarione in più lo si è visto in difesa, ma il tecnico della San Bernardo non è d’accordo: «La difesa non ha avuto minore qualità, abbiamo tenuto Roma a medie realizzative basse, vero che abbiamo subito qualche uno contro uno e qualche pick and roll di troppo, specie nella prima metà gara, ma è sempre stata la difesa a farci trovare lo slancio per i nostri break positivi».

L’impressione dall’esterno è che i parziali favorevoli della San Bernardo siano venuti anche quando Cantù attaccava maggiormente il canestro non “accontentandosi” di cercare soluzioni dai tre punti, soluzioni comunque sempre arrivate con percentuali più che buone: «Bisogna sempre distinguere fra quello che si vuole fare e quello che gli avversari ci concedono di fare; il nostro piano era quello di attaccare l’area e quando loro si fossero chiusi essere pronti a sfruttare gli spazi che si creavano sul perimetro per i tiri da tre».

Quello che effettivamente è successo per la San Bernardo, e il coach esamina anche il fatto che Cantù non sia mai riuscita, prima degli ultimi due o tre minuti, a chiudere definitivamente il match: «Non esistono partite vinte prima del 40’, è sempre fondamentale mantenere la giusta concentrazione e siamo stati capaci di tenere sempre gli occhi sull’obiettivo, tant’è vero che il nostro vantaggio, dal secondo quarto in avanti, non è mai sceso sotto i sette punti».

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