Libertas, annata maledetta
A Santa Croce non si gioca

Casi di positività tra i toscani, salta l’ennesimo appuntamento stagionale

Taranto, ormai, è alle spalle. Il 3-0 subito non deve spaventare, con un fine settimana di scarico a causa del posticipo della gara originariamente in programma domani a Santa Croce, il successivo recupero infrasettimanale contro la capolista Bergamo ad alzare subito l’asticella e, domenica prossima, lo scontro con Lagonegro, a oggi fanalino di coda del campionato di Serie A2.

La notizia del giorno, ovviamente, è l’annullamento della gara contro la Kemas Lamipel, formazione reduce da un pesante contagio interno da Covid-19 e che, a seguito degli strascichi conseguenti, ha ottenuto di non giocare l’incontro con Cantù.

Per la Pool Libertas, insomma, la terza giornata sarà un turno di relax, condizione tutto sommato favorevole se si considera quanto tra infortuni, stop dovuto al coronavirus, recuperi ravvicinati e inserimento del nuovo palleggiatore, i giocatori abbiano avuto ben poco tempo per allenarsi assieme. Massimo Redaelli, direttore generale dei canturini, non parla tanto dello stop subito contro la Prisma, quanto delle motivazioni che debbono animare la squadra di qui in avanti. «Le sconfitte possono arrivare. Quello che non deve mancare, però, è lo spirito in campo», dice pensando a una Cantù che, a suo dire, «deve vendere cara la pelle ogni partita» comportandosi nei momenti di difficoltà che pur possono accadere «come un leone ferito, che quando soffre è ancora più cattivo».

Il parallelo è chiaro, così come è evidente la tirata di orecchie ai suoi che, nell’ultimo match giocato, in alcuni tratti non sono stati caratterialmente solidi come da loro ci si sarebbe attesi. Ora, però, è il momento di voltare pagina. L’ha detto alla sua squadra il presidente Ambrogio Molteni, che ha voluto incontrare giocatori e staff martedì sera nel corso degli allenamenti; lo ribadisce Redaelli, che punta a far vedere «di che pasta siamo fatti noi» fin dal prossimo incontro in calendario. «Durante gli allenamenti i ragazzi sono dei leoni. Da loro ci aspettiamo il medesimo comportamento anche in partita, specie nei momenti di difficoltà. La società mette a disposizione un ambiente davvero professionale, senza particolari pressioni sui giocatori. Se a Taranto in alcuni frangenti siamo stati un po’ amorfi, da qui in poi ci aspettiamo che quando le cose non vanno i ragazzi si stringano in mezzo al campo, facciano quadrato tra di loro, si guardino e si aiutino. In questo modo, uscirà il vero spirito di Cantù, che non è mai cambiato negli anni», conclude Redaelli.

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