Marson, prime parole
da presidente di Cantù

La lunga intervista sul quotidiano di oggi. «Penso a un polo d’eccellenza cestistica, mai raggiunto in Europa»

Lo diventerà, mera questione burocratica, solo martedì o mercoledì. Per adesso, allora, non potendolo definire incoming, lo chiameremo in pectore. Ma sempre presidente è. E già anche un filo operativo, visto quel che è riuscito a fare (specie a livello di relazioni) in queste ore. Tra Davide Marson e la Pallacanestro è la storia di un grande amore. Che non è mai finito nel tempo e che, anzi, rispetto ai momenti in cui calzoncini e canotta vestiva quei colori, si è ulteriormente rafforzato. Lo dimostrano i fatti: tra i primi ad aderire anni fa alla proposta di apertura a nuovi soci da parte di Anna Cremascoli, sempre al fianco – specie nei periodi clou (felici e di bisogno) - ai Gerasimenko con iniziative e progetti che solo lui poteva mettere in campo, addirittura a rischiare in prima persona acquisendo il palasport Pianella (nel momento di massima difficoltà della società) e ora lì, pronto ad accettare la nuova sfida. L’imprenditore canturino è fatto così, prendere o lasciare. E siccome sono molte di più le volte in cui ha fatto prima ancora di dirlo, la Pallacanestro Cantù tutta e i suoi tifosi non possono che abbracciarlo e rendergli grande merito.

Presidente (ah, no, forse non possiamo ancora…), benvenuto. Siamo obbligati a chiederti, e ci perdonerai, chi te l’ha fatto fare?

«La coerenza nei confronti di chi ha lottato con me nei momenti difficili come questo. Nonché, il perseguire il sogno di cui abbiamo parlato anni fa proprio con voi: un polo d’eccellenza cestistica, mai raggiunto in Europa». Il resto dell’intervista sul giornale di oggi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA