«Noi, trattati male
Adesso lavoro in casa»

Intervista con Francesco Puppi,nazionale di corsa in montagna. «Tutti a prendersela con i runner, definendoci fanatici e irresponsabili».

La pandemia ha stravolto la vita di tutti, atleti compresi. Oltre all’annullamento delle competizioni, sono vietati gli allenamenti, anche agli atleti di interesse nazionale, come Francesco Puppi.

«Lo status è servito a poco, vista la stretta imposta dopo poche settimane -spiega il guanzatese (28 anni) -. Penso sia stata una scelta corretta, per allineare le decisioni e non fare differenze tra le persone nell’affrontare un problema complesso che riguarda tutti. Anche se forse si è persa una grande occasione dal punto di vista culturale. Il danno di immagine subito dal mondo della corsa e dai “runners”, termine quanto mai inappropriato e scomodo in questa situazione di emergenza, è stato triste e evidente, soprattutto a livello mediatico».

Vi hanno anche additato come “untori”...

Siamo stati messi di fronte a situazioni paradossali e a gravi accuse sociali, ci hanno definito fanatici e irresponsabili. In maniera del tutto irrazionale e indiscriminata: da gente che non ha mai fatto un passo di corsa e si è infilata un paio di sneakers per la prima volta dai tempi del liceo, ad atleti con prospettive di partecipazione olimpica. È come a scuola: per due che violano le regole paga tutta la classe.

Come è cambiata la tua vita da atleta?

Non sono in difficoltà tanto per la mancanza di gare quanto per le limitazioni imposte sull’attività all’aperto e quindi l’impossibilità di allenarmi fuori. Ero abituato a uscire ogni giorno, con ogni condizione climatica e meteorologica, e da settimane siamo tutti costretti in casa.

Come sono gli allenamenti in tempo di coronavirus?

Mi alleno tutti i giorni cercando di curare qualità utili per quando avverrà la ripresa, ma senza ossessione per l’inevitabile perdita di forma fisica. Utilizzo i rulli con la bici da corsa, esercizi a carico naturale e circuit training con i materiali e i mezzi a disposizione. Bisogna essere creativi»

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L’intervista completa sulla Provincia di venerdì

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