Estasi Anzani, capolavoro europeo
«Sarà l’inizio di un nuovo ciclo»

L’azzurro di Bizzarone sul tetto d’Europa con la Nazionale di De Giorgi

Alla vigilia dell’avventura europea, Simone Anzani non se l’era certo tenuta dentro.

Quasi sentisse che, al di là delle quotazioni ufficiali dei bookmaker non certo favorevoli all’Italia, la sua Nazionale potesse in qualche modo rappresentare una delle rivelazioni della competizione continentale, il centrale comasco aveva sottolineato quanto la Francia alle Olimpiadi, o anche soltanto l’Argentina vista contro gli azzurri, abbiano rappresentato evidenti eccezioni alla regola del più forte, o comunque di quello considerato tale dagli addetti ai lavori.

«Pronostici solo sulla carta»

«I pronostici sono solo sulla carta. Conterà il campo e noi dovremo amalgamarci partita dopo partita, mattone dopo mattone. Dove arriveremo sarà comunque il punto di partenza per un nuovo ciclo», aveva dichiarato alla stampa calandosi in un ruolo, quello di vice capitano, che a 29 anni ne aveva da poco fatto la chioccia di un gruppo che, in media, di anni ne aveva soltanto 24.

Difficile, partendo da questi presupposti, trattenere le lacrime a seguito della vittoria europea di domenica, ancor più farlo a favore di quelle telecamere chiamate a immortalare gli attimi più intimi di un successo inseguito, voluto, sudato e, alla fine, ottenuto con la caparbietà tipica di chi vuole farsi valere fin da subito, senza attendere ulteriori chiamate.

Lacrime di gioia

Lui, che quella coppa l’ha tenuta tra le mani per lunghi minuti quasi a cementarne per sempre il ricordo nella testa, quella gioia immensa l’ha trasformata in pianto, lacrime di gioia capaci di emozionare milioni di telespettatori.

Questo, del resto, è stato fin dalle prime battute lo spirito messo in campo dal gruppo plasmato da Fefé De Giorgi, allenatore di una formazione che nelle intenzioni avrebbe dovuto essere di prospettiva e che, invece, ha giocato partita dopo partita da protagonista assoluta, senza lasciare agli avversari inutili spiragli di speranza.

«C’è del lavoro dietro. Abbiamo fatto qualcosa di straordinario perché i tempi sono stati molto rstretti», ha commentato al rientro in Italia lo stesso De Giorgi, allenatore di una squadra profondamente rinnovata rispetto alla recente esperienza olimpica e con ampi margini di miglioramento;

«Al di là della vittoria, fa tutto parte di un percorso per costruire qualcosa di importante. Siamo solo all’inizio: i ragazzi hanno bisogno di crescere», ha proseguito, lasciando aperta, anzi spalancata, la porta che conduce a testa alta, senza tentennamenti, ai Mondiali guadagnati di slancio grazie all’accesso alla finalissima europea.

Il ritorno dopo il 2005

Il 3-2 rifilato alla Slovenia nell’ultimo atto degli Europei, del resto, non è giunto a caso, settimo titolo continentale per una nazionale che, però, dal 2005 non aveva più messo piede sul tetto d’Europa.

Questa volta, Simone Anzani da Bizzarone l’ha fatto, con il tributo del suo Comune d’origine («il nostro orgoglio», è stato definito sul profilo ufficiale dell’ente) a regalargli l’abbraccio virtuale di tutto il suo paese in attesa, chissà mai, di una vera e propria festa in suo onore.

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