«La Libertas? È un gruppo
di persone che ci crede»

Coach Battocchio carico dopo il primo successo di Cantù: «Stupito dalla voglia dei ragazzi».

«Stanno lavorando come disperati: il nostro è un gruppo di persone che ci crede e che tiene a quello che fa». Coach Matteo Battocchio sorride pensando alla sua Cantù. Quella vista del fine settimana scorso contro Lagonegro è stata una squadra solida, mai doma, desiderosa di non mollare mai.

«Non è stata una prestazione superba», precisa quasi a esorcizzare qualsivoglia pensiero d’essere arrivati. Qualche sbavatura, del resto, c’è stata, problemi di cui la Cave del Sole Geomedical non è stata capace di approfittare e che, dunque, sono stati nascosti dalla prova corale di capitan Monguzzi e compagni. «Questi ragazzi – dice Battocchio – hanno veramente qualcosa di importante dentro. Sono rimasto stupito dalla loro aggressività, dalla voglia di vincere messa in campo. Non dobbiamo montarci la testa, anche perché a Lagonegro mancava Marretta, e questa cosa si è vista. L’importanza del successo, dunque, non sta tanto per la partita in sé, quanto per il carattere dimostrato».

La stagione è partita un po’ a fasi alterne. Tante le partite annullate; soltanto due, sulle quattro in calendario, quelle giocate dalla Libertas. La sconfitta all’esordio al PalaFrancescucci, soprattutto in rapporto all’avversario di turno (la Prisma Taranto), ci poteva stare; la vittoria di domenica, specie per come è giunta, fa dormire sonni tranquilli al presidente Ambrogio Molteni, o quantomeno così potrebbe consentirgli se si confermasse il trend.

«La cosa che mi ha fatto più piacere - aggiunge il tecnico dei brianzoli - è stata osservare i ragazzi come hanno emotivamente interpretato la partita. In questo periodo, infatti, è difficile allenarsi, essere sempre lì, in una sorta di limbo circa il fatto che si giocherà, oppure no».

Accanto ai più giovani, a salire sugli scudi è stata la cosiddetta vecchia guardia, che ha preso per mano la squadra, consentendole di non sbandare quando Lagonegro provava a rimettere in carreggiata la partita.

«I giocatori più esperti ci hanno dato una grossa mano. Mariano, per come l’ha interpretata, ha fatto una partita da Premio Oscar; Butti, in difesa, è stato stratosferico. Questo è quello che mi aspetto da loro. Sappiamo infatti di avere debiti di esperienza rispetto agli avversari; in questo caso abbiamo supplito mettendoci quel qualcosa in più che, alla fine, ha fatto la differenza», la conclusione di Battocchio, alla prima stagione a Cantù.

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