Libertas più forte degli infortuni
«Noi proviamo ad andare avanti»

Le parole di coach Battocchio, costretto a convivere con troppi contrattempi

CANTU’ «La situazione in cui siamo non ci aiuta». Con soli tre titolari a disposizione (Matheus Motzo, Manuel Coscione e Tino Handzic), la Pool Libertas si appresta ad affrontare l’ultimo turno di campionato con la consapevolezza che i problemi non manchino ma che, al contempo, non ci si possa comunque sedere sugli allori.

In attesa di capire se la rosa potrà essere rimpinguata dalla società canturina, che peraltro si sta muovendo proprio in questi giorni in tale direzione, la partita di Santo Stefano a Brescia dirà molto della classifica finale del girone d’andata, essendo l’ultima gara ufficiale prima del giro di boa.

Dalla graduatoria dipenderanno gli incroci in vista della prima fase di coppa, con l’attuale settima posizione che non mette affatto al riparo la formazione di coach Matteo Battocchio circa i rischi, concreti, di incontrare subito le due squadre di vertice.

«Ci stiamo provando – dice Battocchio – anche se è molto difficile tenere alto il morale perché siamo arrivati a Roma e ora è come se avessimo davanti a noi un ostacolo a impedirci di vedere il papa».

Fuori da inizio stagione capitan Dario Monguzzi, ancora ko il suo vice Luca Butti, nell’ultimo turno di A2 sono rimasti fermi ai box anche Riccardo Copelli e Felice Sette, con la necessità di inventarsi Motzo da opposto a schiacciatore e di chiamare in campo dalla panchina Ismael Princi e Stefano Trovò.

Nonostante questo quadro non certo affrontabile a cuor leggero, la Libertas contro Siena ci ha provato. Peccato, però, che non tutto sia girato nel verso giusto. «Abbiamo avuto delle opportunità e non le abbiamo sfruttate. Siamo un po’ mancati nel momento caldo e, a questo livello, non te lo puoi permettere», prosegue l’allenatore canturino che, comunque, preannuncia massimo impegno tra i suoi: «Continueremo a lavorare come sempre fatto», racconta, convinto che di qui al fine settimana ci sarà tempo per verificare le «disponibilità sul mercato per integrare la rosa», con l’ambizione di colmare le lacune che al momento non aiutano lo sviluppo del gioco.

«Ci proveremo sicuramente. Allo stesso tempo, però, è giusto io mi assuma le responsabilità di questa crescita a rilento dal punto di vista caratteriale che stiamo vivendo. Siamo indietro a livello emotivo su quello che pensavo avremmo potuto fare. La squadra la dirigo mio e, dunque, è evidente che la responsabilità sia è mia», conclude.

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