Libertas senza palazzo?
Ipotesi porte chiuse

In attesa che arrivi l’agibilità del Palazzetto d Casnate, la società punta a soluzioni alternative

Quel «non sta facendo rimpiangere il Parini», in fondo, racconta d’un amore sbocciato praticamente sul nascere.

Ciò, nonostante i limiti oggettivi di una situazione di ripiego (dalla mancanza di un vero e proprio magazzino alla ridotta possibilità d’utilizzo, fino ad arrivare agli spalti ancora out) che però, con gli opportuni aggiustamenti, potrebbe ricondurre tutto a una sana normalità.

Tra Pool Libertas e PalaFrancescucci la passione, in fondo, c’è. Alle spalle l’iniziale investimento per adeguare l’immobile alle esigenze del volley, passi la necessità di un container esterno per ricoverare la pavimentazione ufficiale di gara, lo spostamento della “casa” di Cantù a Casnate con Bernate è stato fin qui ben vissuto da squadra e staff, che di sicuro hanno nella struttura sportiva che fu covo della Pool Comense 1872 una sede adeguata nella quale attendere la ristrutturazione del vecchio Parini.

«Il PalaFrancescucci è un palazzetto molto alto. Questo favorisce le difese anche acrobatiche, perché la palla non tocca il soffitto», racconta Massimo Redaelli, vice-coach dei canturini.

La questione tecnica, in fondo, è tutta qui; a lato, ma non meno importante, viene poi il lato più umano: «La struttura è bella ed è bello giocarci dentro», sottolinea pensando ai poco meno di duemila posti a sedere che, ad autorizzazioni ottenute, potrebbe ospitare.

Il condizionale, al momento, è d’obbligo: il nulla osta non c’è e, di conseguenza, a oggi c’è poco di che stare allegri. L’auspicio è che «ci si possa giocare la prima di campionato», in calendario il 24 ottobre.

Dire che ciò sarà è purtroppo ancora prematuro, giacché le ipotesi in campo sono diverse, così come differenti sono gli scenari ipotizzabili. La società, dal canto suo, si sta muovendo in ogni direzione possibile. Spiega il presidente Ambrogio Molteni: «Alla Lega, che verrà la prossima settimana a visitare il palazzetto, abbiamo chiesto di capire cosa fare, ossia se giocare a porte chiuse, oppure valutare la possibilità che il sindaco conceda inizialmente l’ingresso fino a 200 spettatori. L’alternativa a queste due ipotesi è trovare un impianto omologato. Per regolamento, infatti, dobbiamo avere un impianto con almeno mille posti, con deroga a 800 come fu per il Parini. Avessimo a disposizione anche 200 posti, insomma, saremmo sempre fuori dai parametri».

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