«Pancotto il coach ideale per Cantù
Leunen e Smith ci faranno crescere»

Il vice presidente Paparelli: «Ci mancano tanto gli Eagles e i tifosi. Il palazzo vuoto è deprimente»

È una sorta di uomo ovunque. Nel senso che c’è sempre. Perché quei colori se li sente addosso. E, allora, niente di meglio che fare il punto sull’Acqua San Bernardo Cantù di oggi con il vice presidente Sergio Paparelli, anche presidente di Cantù Next.

Quanto le piace la squadra che avete allestito?

Molto, perché è giovane e con ragazzi veramente in gamba e con tanta voglia di emergere. Ancor meglio, perché abbinati ai due leader Smith e Leunen che con il loro insegnamento e il carisma faranno si che questi giovani crescano come in un vivaio.

Quanto conta il test di Supercoppa?

Avrei preferito le amichevoli anziché giocare subito per i due punti: avevamo bisogno di fare amalgamare la squadra e invece ci hanno scaraventato in questo turbinio di partite dove abbiamo incontrato squadre già rodate e con alle spalle ore di partite fatte.

Dentro e fuori dal campo si è già visto un bel gruppo: è soddisfatto?

Sì, sono contento: ho già visto fra i ragazzi un buon feeling.

Il suo feeling con Pancotto è particolare. È sempre l’uomo giusto al posto giusto?

Mi sento molto legato a lui e non invento l’acqua calda dicendo che è un uomo tutto d’un pezzo e che sa come trattare i singoli giocatori. Opera ovviamente sul campo, ma lavora molto a livello caratteriale. Un esempio? Si arrabbia tantissimo quando i ragazzi non eseguono i giochi di squadra e non infierisce, invece, sugli errori singoli di tiro.

Quale dei giocatori potrebbe imporsi come la rivelazione di questa stagione?

Mi auguro che non sia solo uno, vedo dei buoni ragazzi e con la guida di Pancotto, Gandini e Visciglia vedrete che avremo delle belle sorprese

Quali saranno gli obiettivi per il campionato?

Domanda di riserva?

Avete un nuovo presidente, un uomo di grande esperienza: come va?

Abbiamo tanto voluto Roberto Allievi e, anche se lui dice di essere stato gettato in una lavatrice a 1000 giri, siamo sicuri che sia contentissimo di vivere ancora l’esperienza che lo aveva visto diversi anni fa portare avanti la pallacanestro Cantù con il papà Aldo. Insieme a lui dobbiamo continuare e anche cercare di migliorare quello che con Davide Marson e Andrea Mauri siamo riusciti a costruire.

La sua amicizia con Davide Marson è riconosciuta: quanto sarà ancora utile alla causa?

Non voglio più spendere elogi per Davide, visto che ho sempre avuto stima e ho il privilegio di essere suo amico. Ritengo che sia imprescindibile la sua presenza nel consiglio di amministrazione, perché la sua voglia di fare è tanta e preziosa.

Sono mesi decisivi anche per il lavoro di Cantù Next. Come sta andando?

Direi che va proprio bene, si sta facendo sempre molto e, appunto, questi mesi sono altroché decisivi per il proseguo di questo monumentale progetto. Tutti noi abbiamo fiducia nelle istituzioni perché possano accelerare l’iter burocratico, in modo che l’opera possa partire. E vedrete, poi, che bello sarà finalmente avere la nostra casa.

Siete stati bravissimi a costruire due compagini dirigenziali che si completano tra di loro: è questo il segreto della Cantù, in campo e fuori, del futuro? E, soprattutto, che basket è senza pubblico?

Siamo canturini. Questo può bastare per ritenere che stiamo, e possiamo, lavorando bene per la pallacanestro, dentro e fuori dal palazzo. Ci mancano tanto i nostri Eagles e tutto il pubblico vicino alla nostra squadra: essere al palazzo vuoto è a dir poco deprimente, speriamo si possano avere gli spettatori alla partenza del campionato al 27 settembre. Ci terrei tanto di augurare buona salute a tutti: vi aspettiamo numerosi a Desio sempre rispettando le normative anti Covid. E forza Cantù.

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