Pini: «Il basket fermo?
Io penso agli ospedali»

Il presidente provinciale della federazione: «Avrei voluto sbagliare previsione, ma era logico. Critico chi trova escamotage per giocare, tipo il volley».

La sua uscita dello scorso aprile («non si tornerà a fare basket finché non ci sarà il vaccino») aveva fatto scalpore, suscitando un’eco nazionale e anche delle critiche in ambito federale per la posizione che occupa (ma anche l’approvazione di qualche società).

Oggi purtroppo l’imperversare della pandemia conferma che i timori di Antonio Pini, da 24 anni presidente provinciale comasco della Fip, erano fondati («devo dare ragione a Pini che in tempi non sospetti, pur attirandosi le ire di mezza Lombardia, aveva dichiarato che in questa stagione non saremmo tornati a giocare perché ci sarebbero state delle difficoltà insormontabili. Menagramo ? No, solo una persona di buon senso. Non a caso a distanza di sei mesi, siamo qui a dargli ragione» ha detto Giuseppe Rizzi, responsabile dell’Ufficio Gare di Milano).

«Io avevo solo espresso il mio parere – evidenzia Pini -, che fosse condivisibile o no, in base alla mia sensibilità e a tutti i morti che avevamo visto in Lombardia. Se fossi stato in Sicilia dove non era successo niente, non avrei espresso quel pensiero. Però secondo qualcuno avevo detto una cavolata. Per qualcun altro avrei dovuto essere deferito alla Procura federale. Allora avrei potuto dire che andava tutto bene e di stare tranquilli, ma alla fine la gente avrebbe pensato che Pini è un fesso. Adesso però – precisa – vista la situazione, non dico che avevo ragione: avrei assolutamente preferito avere torto».

Se va bene si tornerà a fare basket a gennaio. «Noi come federazione ci abbiamo messo la nostra buona volontà. Ci eravamo preparati per i campionati facendo i calendari, in un momento in cui i numeri dei contagi erano bassi. Però ora che sono decisamente peggiorati, è chiaro che bisogna fermarsi. Bisogna adeguarsi alle condizioni di salute e di sicurezza del momento. Perché quella con il virus è una guerra».

Eppure la Federvolley, sulla scorta del regolamento gare in vigore dal 2003, dice che si possono giocare i campionati di serie A, B, C e perfino tutte le giovanili in quanto di interesse nazionale.

«Se uno vuole provare degli escamotage, e poi però succedono dei contagi, si prende le responsabilità. Io se fossi giocatore o dirigente di pallavolo, in questa situazione non giocherei mai e poi mai. Ma stiamo scherzando? E poi, dire che l’Under 13 provinciale è un campionato nazionale, non esiste. Se però sono contenti così, facciano pure».

Ma il basket quando ripartirà secondo Pini ? «Non si possono fare previsioni ed è inutile dare delle date. Dobbiamo seguire l’evoluzione di questa pandemia. E’ chiaro che dispiace che il basket sia fermo, come tanti altri settori in Italia. Ma ci vuole il buon senso, non si può mettere a repentaglio il lavoro e la salute della famiglia perché il figlio gioca a basket. Speriamo che arrivi questo benedetto vaccino e che i contagi scendano in modo evidente. Il problema grosso adesso non sono le palestre, ma sono gli ospedali».

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