Quando Jacobs correva qui. E perdeva

IL’eroe italiano dei 100 a Tokyo, da ragazzino frequentava i centri di Rovellasca e Mariano. Discacciati lo battè nel lungo: «Ma io ho smesso». Nel 2016 arrivò sesto in una gara sui 100 al Campo Coni

Era il 21 giugno 2009 al centro sportivo di via Santa Caterina a Mariano era in gara Marcell Jacobs. L’oro olimpico nei 100 metri, allora quindicenne, era impegnato con la maglia della rappresentativa del comitato di Brescia nel trofeo dei Laghi, una competizione che costituisce uno dei fiori all’occhiello del Comitato Fidal Como-Lecco.

A 14 anni

In quella occasione Jacobs, che aveva 14 anni ed era nella categoria Cadetti, era in gara nella specialità che lo aveva avvicinato all’atletica leggera:il salto in lungo.

Il bresciano, che difendeva i colori della società del paese di residenza, la Pro Desenzano, riuscì a salire sul podio, ma non sul gradino più alto. Con la misura di 5,91 dovette infatti accontentarsi della medaglia di bronzo. Meglio di lui fecero il bergamasco Marco Aceti, che si impose con il miglior salto a 6,05 e il comasco Valerio Discacciati che arrivò a 5,93. Dodici anni dopo Jacobs è arrivato sul trono olimpico della gara più importante dell’atletica, mentre gli avversari che lo hanno preceduto, hanno appeso le scarpe al chiodo. «Ho dovuto ritirarmi a causa di alcuni problemi muscolari e anche per delle scelte di vita -spiega Discacciati, che ha indossato la casacca dell’Atletica Rovellasca -. Domenica quando ho visto la finale olimpica dei 100, ho esultato, anche se solo da spettatore».

Il rovellaschese però non si ricorda della gara di lungo a Mariano, per il Trofeo dei laghi. «Ho incrociato diverse volte Marcell, anche perché abbiamo la stessa età -dice -.Non spessissimo però essendo di province diverse. Gli incontri sono avvenuti soprattutto ai regionali o, come per il trofeo di Mariano, alle riunioni interprovinciali. Ma quella del giugno di dodici anni fa, non la ricordo. So che l’ho battuto anche più di volta». Se lo ricorda bene invece Maurizio Longoni, attuale vice presidente del comitato Fidal Como/Lecco e “storico” dirigente. Tanto bene che è andato alla ricerca, nel suo archivio, della foto e l’ha trovata. Uno scatto che ha immortalato un giovane Jacobs, agli inizi della carriera. «Un ragazzo che ha creduto nell’atletica con impegno e sacrificio; gioie, delusioni -il commento di Longoni -. Oggi e l’uomo più veloce della terra e ci ha regalato emozioni incredibili». Lo ha incrociato, anche lui come lunghista, anche l’allenatore Flavio Alberio.

Ricordi

«Nel 2016 a Bressanone, nel tricolore Promesse, ha affrontato un mio allievo, Gregory Bianchi -spiega il coach di Rovellasca -.Vinse con la misura di 8,40. Era molto forte e pensavo che sarebbe diventato un lunghista di altissimo livello. Poi ha dovuto mollare per diversi problemi al piede. Due anni fa l’ho osservato sui 100, in un meeting dove era opposto a Tortu. Era stato battuto, come in precedenza ma ha avuto un grande carattere e non ha mai mollato». Jacobs ha gareggiato un’altra volta in provincia. Era il 28 giugno 2016, e da Allievo al Campo Coni, nel meeting interregionale serale chiuse 6° nei 100 metri con il tempo di 11”25.
L. Spo.

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