Rapporti tra calcio e Sla
Le società non c’entrano

Il Como ha avuto cinque casi: Borgonovo, Lombardi, Gabbana, Canazza Gorno. Ora un nuovo studio

Il prato del Sinigaglia tra le possibili cause di Sla. Una tesi più volte presa in considerazione in questi anni, considerando il fatto che proprio il Como sia stata una delle squadre più colpite dalla malattia nel corso degli ultimi decenni. Su 34 casi di Sla accertati in Italia negli ultimi sessant’anni cinque sono stati giocatori del Como. Che si divide questo triste primato con la Sampdoria, seguiti da Fiorentina, Genoa, Lecco e Roma con quattro casi.

Ebbene, uno studio ultimato e reso noto in questi giorni dall’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, ha escluso invece ogni legame tra le società in cui i giocatori poi colpiti dalla Sla hanno militato e lo svilupparsi della malattia. Pur confermando, numeri alla mano, la maggiore incidenza tra i calciatori, rispetto al resto della popolazione. Anche se restano diversi dubbi sul perchè questa categoria di sportivi sia più colpita di altre: si è parlato dell’uso di antiinfiammatori, dell’impiego di pesticidi sui campi da gioco, ma sono condizioni diffuse, analoghe ad altre attività sportive e comunque simili per tutte le squadre.

Il maggior numero di casi in un club piuttosto che in un altro, però, visti anche i numeri comunque bassi, non avrebbe alcuna rilevanza statistica. Si tratterebbe di pura coincidenza, visto anche il fatto che i periodi di tempo trascorsi nelle società in questione sono diversi: Stefano Borgonovo ha giocato per sei stagioni in prima squadra, oltre alle stagioni nel settore giovanile, Adriano Lombardi per cinque anni . Ci sono però i casi di Albano Canazza, scomparso nel 2000, che giocò nel Como una sola stagione, e di Maurizio Gabbana, due campionati alla fine degli anni 70. Un solo campionato a metà degli anni 60 anche per Piergiorgio Corno, scomparso nel 2014 dopo un lunghissimo periodo di convivenza con la malattia.n 

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