Cinque semifinali raggiunte in otto edizioni degli Europei Under 20. Con tre medaglie a referto, in progressione temporale e di valore: bronzo, argento e oro. Alla guida degli azzurrini, sempre lui: Pino Sacripanti, 43 anni, da Cantù.
Ma come si fa, vien subito da chiedere, a cogliere sempre fiori da un prato inaridito?
In fondo non è proprio così perché è vero che rispetto a qualche tempo fa possiamo far affidamento su un numero quantitativamente minore di giocatori, ma comunque una fascia di giocatori qualitativamente buona c’è sempre stata durante la mia gestione.
Come si fa a farli salire a bordo della stessa barca e farli remare nella stessa direzione?
Ho due princìpi: intanto lasciargli fare ciò che sanno fare in modo tale che scendano in campo con fiducia; dopodiché gli insegni il resto. Secondo: cercare di proporre un gioco che si adatti alle loro caratteristiche
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Questo oro è il suo traguardo più importante?
Vincere un Europeo è una soddisfazione senza eguali, ma non si possono comparare club e nazionale. Si tratta, infatti, di sensazioni ed emozioni diverse.
Due parole su Abass che si ritroverà in squadra a Cantù?
Abass è stato forse il giocatore più costante di tutta la squadra in questo Europeo. G
iorno dopo giorno scopre delle potenzialità incredibili a livello fisico. È come un bimbo che ha appena imparato a camminare e che ha dunque un mondo davanti a sè.
L’intervista integrale nell’edizione de La Provincia in edicola mercoledì 24 luglio
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