Sacripanti nuovo re di Napoli
«Che gioia per la doppietta»

Dopo aver vinto la Coppa, il tecnico canturino ha conquistato la promozione in serie A

Napoli torna in serie A, dopo tredici lunghi anni, con un timoniere d’eccezione: il canturino Stefano “Pino” Sacripanti. Il verdetto al termine della sfida in finale playoff contro Udine, una serie conclusa sul 3-1 che ha regalato ai campani la promozione.

Quattro partite, con la GeVi Napoli che ha saputo approfittare del fattore campo nelle prime due sfide portandosi immediatamente sul 2-0 (72-56 e 57-53) al PalaBarbuto, mentre la Apu Old Wild West Udine ha provato a riaprire la contesa in gara3 al PalaCarnera vincendo 71-61. Ma, sempre a Udine, è arrivata la vittoria decisiva di Napoli per 67-77: la squadra di Sacripanti è stata trascinata dalle prestazioni di Parks e Mayo, mentre l’ex canturino Burns è stato nominato Mvp delle finali.

Un successo a tutto tondo per Napoli e Pino, impreziosito dalla vittoria in Coppa Italia lo scorso aprile e sempre contro Udine: «È una grandissima gioia – ammette Pino – la doppietta coppa-campionato è una grande soddisfazione. Conquistare questi due successi in una società che, fondamentalmente, si affacciava per il secondo anno alla A2 è stato un gran colpo: con noi c’erano altre cinque-sei pretendenti, per vincere questo campionato serve una grande dose di sacrificio, non è mai una passeggiata».

In due anni, Sacripanti ha preso in mano la situazione riportando Napoli nell’olimpo del basket italiano: «È come se fosse il primo anno, considerando l’interruzione della scorsa stagione. Grandissimo merito va dato alla squadra, per la dedizione che squadra ha messo in ogni istante di questa stagione: è un traguardo che ci eravamo posti, ciò non toglie che sia stato complicato, in una stagione massacrante».

In una stagione così, il Covid ha giocato un ruolo per fortuna marginale: «L’abbuiamo sfiorato all’inizio, nel corso della Supercoppa da cui siamo stati eliminati subito, perché decimati. Poi devo dire che siamo stati molto bravi, attenti e fortunati a evitare contagi e focolai, tenendo sempre molto alta l’attenzione».

Un’annata trionfale sotto ogni punto di vista per la GeVi, con la prospettiva della A: «Il rendimento è sempre stato alto, siamo arrivati primi anche in regular season. Ora pensiamo a festeggiare con tutta Napoli che ci ha spinto, dopo 13 anni senza A. Ero già stato ad allenare in Campania, a Caserta e Avellino e sapevo quanto tutto può essere bello nel momento in cui arrivano i risultati».

Risultati che hanno spinto la gente - in una città legata tradizionalmente al calcio - al palazzetto, finché si è potuto: «Arrivai dopo tre sconfitte nel 2019 e con 800 spettatori al palazzetto. Prima del covid eravamo già arrivati a 3.300. Come nelle grandi città che hanno tanta offerta sportiva, quando le cose girano bene, il richiamo è notevole. Ed è stato molto importante per noi».

Infine, un pensiero per Cantù e la sua gente: «Prima di darla in A2 aspettiamo un attimo, vediamo i verdetti finali. Vediamo dopo questa stagione con il Covid e senza incassi quale sarà il panorama delle società che possono iscriversi. Intanto mi ha fatto enorme piacere la vicinanza di tanti canturini nel corso delle finali. Parlo di tifosi, Eagles e di dirigenti e allenatori della Pallacanestro Cantù».

L.Spo.-Luca Pinotti

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