Sodini mette pressione
«Siamo solo al 60%»

«Ovvio, siamo qui per vincere, il nostro lavoro l’abbiamo fatto perché abbiamo vinto, ma salvo solo il risultato»

«Atteggiamento, coinvolgimento ed equilibrio: queste sono le parole-chiave che servono per delineare il nostro futuro e che dovranno avere un riscontro pratico in quello che andremo a fare sul campo». Marco Sodini è sempre molto esigente e non manca di esserlo anche prima della seconda trasferta stagionale, che porterà Cantù domani alle 18 sul campo della Jb Monferrato a caccia della quarta vittoria consecutiva. Con un’avvertenza: «Secondo me, non siamo nemmeno al 60% del nostro potenziale».

E anche un po’ critico nei confronti della squadra, come aveva fatto subito dopo la vittoria contro Torino: «Se vogliamo essere così bravi da ottenere i risultati che vogliamo, dobbiamo alzare l’asticella dell’autoesigenza. Dovremo diminuire errori, spaziature e soprattutto le palle perse. Ovvio, siamo qui per vincere, il nostro lavoro l’abbiamo fatto perché abbiamo vinto, ma salvo solo il risultato. In quest’ottica, si va a Casale Monferrato sperando in questi miglioramenti, perché non si può assolutamente perdere attenzione».

Squadra che si è sbloccata vincendo a Orzinuovi, la Jb Monferrato è ancora alla ricerca della quadratura: «È una squadra che ha avuto tanti infortuni, stanno rinunciando a Formenti e a Valentini e hanno sostituito un americano, prendendone uno con caratteristiche diverse dal precedente. Insomma, ha un potenziale inespresso: contro Orzinuovi avevano quasi perso, ma hanno vinto, segno che c’è del carattere». In sostanza, vietato abbassare la guardia: «Dobbiamo rispettarli, consapevoli che in A2, per vincere in trasferta, servono ottime prestazioni, non buone. La storia insegna che i top team di A2 spesso perdono contro squadre di medio-bassa classifica. La differenza vera la fanno queste partite, con squadre che, ipoteticamente, hanno qualcosa in meno».

“Basta” andare a pescare tra le mille risorse su cui questa Cantù può contare, come già dimostrato nelle prime partite: «Dobbiamo giocare fisicamente tutte le partite e farci trovare pronti al momento in cui si viene chiamati in causa. Questo si chiama coinvolgimento, dare tutto per il momento in cui si entra in campo, al di là di minuti e statistiche. Inoltre, vorrei vedere cose nuove, come più coinvolgimento interno dei nostri lunghi, domenica limitati da scelte difensive di Torino: non vorrei essere costretto a dipendere sempre dalle percentuali di tiro. Abbiamo il 60% da 2 e il 40% da 3, vogliamo anche canestri “facili”».

© RIPRODUZIONE RISERVATA