Molteni sta scaldando la sciolina giusta. «L’obiettivo è il pettorale numero venti»

Sci alpino Il Comune di Cabiate ha consegnato un premio all’emergente discesista azzurro. «Bormio? La pista più lunga e faticosa, le gambe bruciano. In Val Gardena ci sono solo salti»

«Un obiettivo? Scendere con il pettorale venti». Nicolò Molteni ha dimostrato di non avere paura, nemmeno nelle “promesse” per la prossima stagione.

E così lunedì nella sala consiliare di Cabiate, incalzato dal moderatore, il responsabile dei servizi sportivi de La Provincia di Como, Edoardo Ceriani, il cabiatese ha fissato il prossimo traguardo, scatenando gli applausi entusiasti dei presenti.

Ed erano in tanti, con la sala che ha faticato a contenerli tutti. Una dimostrazione di grande affetto per quel ragazzo di 24 anni che tutti conoscono in paese e che da due stagioni ha il posto nella Nazionale di Coppa del Mondo delle discipline veloci di sci alpino.

La Coppa del Mondo

E che, soprattutto, porta in giro per il Mondo il nome di Cabiate. «Qui abbiamo due pettorali: il 37 che hai avuto a Kitzbuehel e il 32 a Bormio. Dove vuoi arrivare?», la domanda secca di Ceriani, con la risposta, altrettanto secca e decisa di Molteni, con quel venti che sarà il leit motiv per la prossima stagione.

Una risposta impegnativa (significa entrare a ridosso del primo gruppo di merito, ossia dell’ultra èlite) ma per nulla avventata. Per uno che, come è stato ricordato, ha vinto il Pinocchio che è il non plus ultra nelle categorie giovanili.

Allora il cabiatese non litigava con i paletti stretti. «Adesso quando faccio slalom (è indispensabile per la combinata con il supergigante, nda) passo il più lontano possibile», ha confessato con il sorriso sulle labbra.

Ma il suo compito non è quello di danzare sulla neve, ma di aggredirla e di scendere il più veloce.

Mettendo in campo anche una buona dose di coraggio. «Kitzbuehel mette paura solo a guardarla da fermo», ha detto Molteni. Che però non si è tirato indietro ed è venuto giù al massimo. E per la prima volta non è andata nemmeno tanto male con un 45° posto.

Ma soprattutto facendo esperienza che, ha sottolineato, sarà fondamentale per gli anni prossimi. «Bormio? È la più lunga e la più faticosa, con le gambe che iniziano a bruciare, già a metà della discesa. Della Val Gardena noi diciamo che praticamente non tocchi mai terra, tanti sono i salti», ha commentato il cabiatese.

La serata è stata organizzata dall’amministrazione comunale e dallo Sci club Cabiate. Il sindaco Maria Pia Tagliabue ha consegnato a Molteni una targa, sottolineando la bravura e il coraggio del giovane concittadino. Ma soprattutto ringraziandolo per avere portato il paese (di poco più di 7000 anime) in cima al Mondo e nel gotha dello sci alpino.

Abbinamento locale

Grazie anche al supporto dello sponsor “locale” («nella nostra disciplina, che non è ricca come il calcio o il tennis, è fondamentale», ha sottolineato Molteni), l’azienda Porada Arredi che ha garantito la continuazione del rapporto, anche negli anni futuri.

Era la festa anche dello Sci club Cabiate, che ha dato i “natali sulla neve” a Molteni e che, con in prima fila il presidente Cesare Boga, non manca mai nelle gare “a portata di mano”.

Erano presenti i giovanissimi del corso di sci, che hanno un esempio da seguire, “in casa”. «Il 2026? È un anno importante», ma non si è sbilanciato di più. Il pettorale venti per ora basta.

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