Tastiamo il polso al Cantù
«Rabbia Blakes, muscoli Calhoun»

Parla Oscar Pedretti che cura i muscoli e la preparazione dei giocatori della Red October e, nel precampionato, è una delle figure centrali dello staff

La voglia di Blakes, la corsa di Udanoh, l’entusiasmo di coach Pashutin per ogni proposta. Oscar Pedretti cura i muscoli, la preparazione e la tenuta dei giocatori della Red October e, nel precampionato, è una delle figure centrali dello staff. Anche nel fare gruppo. Perché c’è una stagione lunga da preparare, con l’eventualità di un raddoppio se Cantù riuscirà a superare le qualificazioni di Champions e inserirsi così nel girone a otto squadre. A che punto è Cantù? «Direi a un buon punto, si lavora anche di prospettiva, tenendo conto degli impegni. E in questo momento l’obiettivo sono le incombenti qualificazioni di Champions». Sorpreso, ma non troppo, dalla condizione dei giocatori al loro ritrovo in palestra, a Pedretti sono stati immediatamente affidati, via via che arrivavano, tutti gli atleti tesserati dalla società: «Tutti hanno lavorato prima del loro arrivo a Cantù. Ci sono alcuni atleti quasi maniacali, altri incredibilmente predisposti al lavoro, si nota negli americani una cultura evidentemente appresa al college». Non mancano gli esempi: «Calhoun è un manuale di pesistica, per esempio. Con gli attrezzi sa fare tutto. Udanoh ha il 6,5% di massa grassa, è vegano ed è un talento nella corsa, ha una grande tecnica come ha dimostrato in ritiro a Chiavenna. Blakes ha invece una grande e positiva rabbia interiore. Tassone e Parrillo avevano un piano personalizzato, è stato più facile seguire il loro avvio di stagione. Il più in forma? No, questo non lo dico, non è mia abitudine fare paragoni: ogni atleta è paragonabile solo a se stesso e si può confrontare solo con le sue caratteristiche».

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