UnipolSai, niente scherzi
Ti giochi lo scudetto

A Roma comincia la serie finale, al meglio delle tre partite, contro la rivale di sempre: il Santa Lucia

Ci sono i precedenti – che in questa stagione pendono totalmente dalla parte del Santa Lucia - e poi c’è il fattore scudetto. Sulla sfida tra UnipolSai Briantea84 e Santa Lucia Roma, in partenza sabato 9 maggio nella capitale (palla a due alle 16.30), si è scritto di tutto.

Ma a dispetto di ogni previsione dettata dalla logica, l’imprevedibilità è l’unica dominante di questa finale. Perché nessuna partita è mai uguale alle altre, soprattutto quelle che assegnano il tricolore.

La serie è al meglio delle tre: si prosegue sabato 16 maggio, in quello che ormai è diventato un evento oltre lo spettacolo sportivo. Gara2, infatti, si giocherà alle 20.30 alla Mapooro Arena, che per tutti è il Pianella di Cucciago. Così ricco di storia e di gloria da meritare il massimo onore. L’eventuale bella, di nuovo a Roma il 23 maggio.

Gara 1 verrà trasmessa in differita su Rai Sport 2 sabato 9 maggio alle ore 21.45, con commento di Luca Di Bella e Massimiliano Cricco.

«Anche stavolta sono certo che daremo vita a un grande spettacolo, una meravigliosa pubblicità per il basket in carrozzina italiano – ha dichiarato coach Malik Abes -. Ci troviamo per il terzo anno consecutivo ad affrontare il Santa Lucia Roma: la prima volta è stata una sorpresa, la riconferma è sempre più difficile ma è nostro preciso obiettivo quello difendere il tricolore che abbiamo sulle maglie. Abbiamo realizzato il secondo back to back della storia della Briantea84 (dopo quello del 1991-92, ndr) e non vogliamo fermarci. Andiamo a Roma con consapevolezza che possiamo vincere, anche se arriviamo da una serie negativa contro i nostri avversari. La partita contro il Galatasaray, quella che ha chiuso la nostra avventura europea, deve essere il nostro punto di partenza: in fondo queste due squadre sono simili tra loro nel gioco, i turchi ci hanno permesso di prepararci alla sfida scudetto molto bene. Il Santa Lucia ha la forza di un ottimo gruppo coeso, poi hanno dalla loro il fattore campo. Ma non c’è nulla di cui avere paura, affronteremo i nostri avversari cercando di fare il meglio. Poi speriamo anche di vincere».

Il bilancio finora è abbastanza chiaro: Roma ha fatto di più. Anche se - due volte su tre - di un solo punto, come nella prima gara di Champions Cup a Giulianova (57-56), come a ottobre nella Supercoppa (73-72).

Del resto la storia dei canestri all’ultimo secondo, nella saga degli ultimi tre anni tra Roma e Cantù, è ricca di aneddoti. I trofei stagionali sono finiti nella cassaforte capitolina, ultimo in ordine temporale la Coppa Italia (82-61 per i gialloblu).

Cosa succederà in questa finale scudetto, è davvero difficile dirlo: due squadre molto diverse, ma entrambe con grandi ambizioni e legittimi motivi per volere la vittoria del titolo italiano. Da un lato l’assetto collaudato messo in campo da Carlo Di Giusto, con le quote rosa in un ruolo mai da sottovalutare.

Dall’altro, una squadra che ha rinnovato gran parte del suo quintetto e alterna momenti di dispersione ad altri di splendore totale, come nella finale per il quinto posto giocata contro il Campioni d’Europa del Galatasaray. Una partita che avrebbe potuto tranquillamente mandare i vincitori a medaglia. Nessuno si sarebbe stupito.

«Rispetto agli altri anni, arriviamo in questo momento della stagione con più affanno e con meno certezze – ha ammesso il presidente Alfredo Marson -. La Coppa dei Campioni ha messo in luce ombre e positività di questo gruppi nel quale credo molto: sono certo che la squadra saprà combattere fino alla fine, imparando dagli errori commessi e trovando la strada per realizzare il nostro sogno chiamato scudetto. Io sarò in prima fila a tifare, come sempre. L’unica cosa che chiedo a tutti è quella di non uscire dal campo sapendo di aver dato meno di quanto si poteva fare. Perdere ci sta, non stiamo parlando di una partita facile e il rispetto che nutro per i nostri avversari è totale, sono grandi giocatori allenati da un grande professionista. Detto questo, voglio vedere il fuoco negli occhi dei miei uomini, quella grinta che ti permette di non sentire la stanchezza e realizzare l’impossibile. Crederci, prima di tutto. Poi aspettiamo Gara2, vogliamo riempire il Pianella. Vogliamo regalare a tutti i nostri tifosi una serata magica».

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