Parolario adotta Joyce
L’Ulisse si sfoglia
anche con leggerezza

Apprezzato uno degli incontri più difficili della manifestazione

Inaugurata la mostra sul Razionalismo. L’incantesimo di Chisciotte

“Solenne”, “Statuario”, “Imponente”. Tre aggettivi diversi, neppure sinonimi, per tradurne un altro, sempre imperfettamente.

L’originale inglese è “Stately”, celeberrima prima parola dell’“Ulisse” di James Joyce, al centro di un incontro che ha preso spunto dalle nuove traduzioni del “Moloch” dell’autore irlandese per parlare delle difficoltà di questo mestiere nel Terzo Millennio, ma anche delle nuove versioni italiane di questo e di altri classici del Novecento che stanno via via divenendo di dominio pubblico.

A tenere banco anche con una leggerezza e una simpatia che non sarebbero spiaciute al dublinese, gli esperti John McCourt e Sara Sullam. Giusto partire da questo appuntamento per raccontare il primo sabato di Parolario, perché sulla carta era tra i più “difficili”, eppure il pubblico non è mancato e non sta mancando mai: , anzi cresce.

Immagini e scrittura

Tra i momenti salienti della giornata l’inaugurazione dell’esposizione delle opere de “Il Razionalismo, dai sogni dell’uomo all’architettura”, iniziativa che è un po’ “figlia” della grande mostra sulla “Città Nuova”. C’è chi l’ha criticata, non abbastanza l’hanno vista. L’associazione Fotoamatori del Lario ha voluto, invece, proporre un concorso fotografico che vede qui esposte le opere vincitrici e quelle valutate maggiormente significative dalla giuria del concorso, composta da fotografi professionisti, architetti e artisti.

La mostra, realizzata dalla FadL in collaborazione con il Laboratorio Digigraphie Eliolux, è allestita nella sala a sinistra dell’ingresso di Villa Olmo. Cento i partecipanti da tutta Italia. I vincitori Bruno Campagna, seguito da Rosario Leotta e Marco Reggi. Un altro appuntamento assolutamente particolare è stato quello con il laboratorio di scrittura poetica di Donatella Bisutti per non parlare degli esercizi nel parco: Angela Giaccardi, ex atleta di ginnastica artistica, ha realizzato il manuale “Stretching facile”, ma perché parlarne quando si può illustrarlo praticamente?

Coadiuvata da Roberto Pusinelli e Leonardo Vella, ha fatto far ginnastica ai non pochi convenuti (anzi, assai di più le convenute). L’ingombrante presenza dell’“Ulisse” è stata incorniciata dalla storia d’amore e Sol Levante di Francesca Scotti, “L’origine della distanza” e dall’affascinante “Scaffale infinito” di Andrea Kerbaker, uno di quei libri sui libri e per i libri che non può che far innamorare ogni bibliofilo che si rispetti (e che si rispecchi in quelle pagine).

Davvero particolare la serata, grazie alla creatività di Gek Tessaro. “Autore e illustratore di libri per bambini”, dice il suo curriculum in breve.

Un cuore speciale

«Artista con una naturale predisposizione a incantare il mondo dell’infanzia» è una definizione più esatta. Se il tema di Parolario 2013 è “Il sogno”, Tessaro ha proposto il più grande sognatore della letteratura.

“Il cuore di Chisciotte” ha visto l’autore servirsi di una lavagna luminosa per dissezionare il personaggio di Cervantes. Il viaggio di Don Chisciotte e Sancho Panza, la loro amicizia, l’amore inesauribile per Dulcinea, la pazzia, la lotta contro i mulini a vento («L’inutilità del gesto, ma anche la bellezza dell’ostinazione, della resistenza, anche nella consapevolezza dell’impossibilità di vincere»).

Si è creato un piccolo “pubblico nel pubblico” anche quest’anno per le proiezioni di seconda serata: dopo lo “Scarface” di Howard Hawks, l’omaggio a Fellini prosegue con un’altra delle pellicole più amate dal grande cineasta, quella “Grande illusione” con cui Jean Renoir ha messo i sogni di libertà di tre personaggi legati dalla guerra e dalla prigionia. n

Sul sito weble immaginidella terza giornatadi parolario

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