Migranti: nessun accordo sulla nave Diciotti

BRUXELLES - Fumata nera sulla Diciotti alla riunione tecnica degli sherpa, a Bruxelles. Secondo fonti diplomatiche, la richiesta dell'Italia non ha riscosso il favore dei partner. Uno dei punti contrari, è che il flusso di migranti pro-capite è molto al di sotto di quello in altri Stati membri attualmente e perciò, secondo i partner, non vi sarebbe necessità di condividere la responsabilità.

 

In particolare, la riunione si è conclusa senza l'ok a una dichiarazione finale di intenti che era stata preparata - secondo quanto risulta all'ANSA da fonti europee - ma non adottata. La bozza della dichiarazione prevedeva un accordo generico ma condiviso sulla questione del pattugliatore italiano: "La riunione ha permesso di fare passi avanti verso una soluzione condivisa per i migranti a bordo della Diciotti - si legge nel documento mai adottato - e quelli che recentemente sono sbarcati in Spagna, come è stato fatto in precedenti operazioni. La discussione si è svolta in uno spirito di responsabilità e solidarietà, seguendo un approccio collaborativo ed europeo".

 

Dopo il nulla di fatto a Bruxelles, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte annuncia che "l’Italia ne trarrà le conseguenze". D'ora in poi, scrive su Facebook, l'Italia "si farà carico di eliminare questa discrasia perseguendo un quadro coerente e determinato d’azione per tutte le questioni che sarà chiamata ad affrontare in Europa. 

 

 

"I Paesi europei non hanno avanzato alcuna concreta apertura per risolvere il caso della nave Diciotti. Visto che l'Italia, negli ultimi anni, ha accolto 700mila cittadini stranieri, la linea del Viminale non cambia. Dalla Diciotti non sbarca nessuno. Su questo fronte il governo è compatto", si apprende da fonti del Viminale, secondo le quali è l'ennesima dimostrazione che l'Europa non esiste. Nessuno stato membro ha ritenuto di sottoscrivere un comunicato, anche perché non ci sono le basi di un accordo per indicare una nuova procedura standard per il soccorso, lo sbarco e la ridistribuzione degli immigrati".

 

Nella dichiarazione congiunta preparata dalla Commissione europea che non è stata adottata al termine della riunione degli sherpa dei dodici Paesi Ue, oltre al punto sulla Diciotti, si gettavano basi concrete "per cominciare a lavorare allo sviluppo di un approccio agli sbarchi nell'Ue più prevedibile, sostenibile e cooperativo". Si legge nel documento di cui l'ANSA ha visione. "Oggi è iniziato il lavoro per sviluppare un tale schema sotto la supervisione della Commissione, e dovrebbe essere completato nelle prossime settimane, e aiutare a portare una risposta sostenibile alle sfide della migrazione affrontate da una serie di Stati membri Ue, in particolare costieri. Questo processo coinvolgerà tutti gli Stati membri", si spiega nel documento che non ha ottenuto l'ok degli sherpa.

 

Nella dichiarazione si evidenziava che "il meccanismo deve essere costruito sui principi di solidarietà e responsabilità". Definendo e distinguendo "in modo chiaro le responsabilità ad ogni passo (salvataggio, sbarco, ricollocamento e rimpatrio) in linea con le conclusioni del Consiglio europeo di fine giugno e il diritto internazionale pertinente. Dovrebbe combinare le regole di salvataggio (porto sicuro più vicino con ogni Stato membro che si assume la responsabilità di garantire questo principio) con un'effettiva solidarietà europea (inclusi rapidi ricollocamenti di migranti che necessitano protezione, mentre gli altri migranti dovrebbero essere rimpatriati il prima possibile, secondo le regole europee). Questa solidarietà dovrebbe includere anche un sostegno finanziario europeo significativo per gli Stati membri e le autorità locali, per far fronte a queste sfide. Dovrebbe anche contribuire ad avanzare sulla riforma del sistema di Asilo comune, inclusa la mitigazione dei movimenti secondari".

 

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