Ue divisa. Gentiloni-Breton, un fondo per la rinascita

BRUXELLES - Domani toccherà agli sherpa dei ministri delle Finanze dell'eurozona provare a sciogliere i nodi sul tappeto. Ma alla vigilia di giorni cruciali per il futuro dell'Europa e per le decisioni che dovranno essere prese sul Mes e sugli Eurobond, l'Unione è ancora divisa in due, tra Nord e Sud, sugli strumenti con cui affrontare la più grave crisi economica dalla fine della Seconda guerra mondiale. E mentre l'Eurogruppo è confermato per martedì, il vertice dei leader europei sembra destinato in ogni caso a slittare a dopo Pasqua.

Tra gli aiuti di Stato messi in campo dai governi, le misure della Bce per gli acquisiti di titoli del debito pubblico e le proposte avanzate dalla Commissione e dalla Bei per finanziare la Cig e dare liquidità alle imprese, l'Unione nel suo complesso ha già schierato un arsenale che vale all'incirca 3.000 miliardi di euro. Ma a Bruxelles tutti sono convinti che ciò non basterà. Serviranno iniziative come un nuovo piano Marshall, l'attivazione di un Mes light e, auspicano in molti, gli eurobond.

In questo quadro il commissario Ue per l'Economia Paolo Gentiloni ha sottolineato con un tweet l'urgenza di prendere le necessarie decisioni. "L'impennata in due settimane dei numeri americani sulla disoccupazione conferma la necessità di reagire subito e in maniera coordinata alle conseguenze della pandemia", ha scritto l'ex premier italiano, che ha firmato con il collega francese al Mercato interno, Thierry Breton, un intervento per perorare l'idea di "un fondo europeo espressamente concepito per emettere obbligazioni a lungo termine": "Sarebbe d'altronde assolutamente possibile - scrivono i due - destinare a un tale strumento di finanziamento non convenzionale delle risorse di bilancio e dotarlo di una governance che consenta di evitare qualsiasi moral hazard, in particolare per quanto riguarda l'obiettivo dei finanziamenti che potrebbero essere strettamente circoscritti agli investimenti comuni di rilancio industriale legati alla crisi attuale".

Per superare la recessione, secondo Gentiloni e Breton, potrebbero servire tra i 1.500 e 1.600 miliardi di risorse finanziarie complementari da iniettare direttamente nell'economia. Occorrerà pure fare in modo che Paesi come l'Italia e la Spagna, con debiti pubblici destinati a schizzare verso l'alto per assicurare a cittadini e imprese di superare l'emergenza, non vengano penalizzati dalla speculazione. "L'Ue sta giocando con il fuoco", è stato il monito lanciato oggi dall'economista Luigi Zingales sul Financial Times online."Se non dimostrerà la volontà di dare aiuti sostanziali ai Paesi membri in difficoltà, non avrà più ragione di esistere".

A scendere in campo per chiedere all'Europa una risposta "unita, unica, estrema e ambiziosa" è stato anche il premier spagnolo Pedro Sanchez. In una lettera-appello pubblicata su diversi quotidiani europei, Sanchez ha sottolineato l'importanza della posta in gioco e ha chiesto che venga lanciato un nuovo piano Marshall finanziato anche attraverso l'emissione di titoli di debito comuni, ovvero quei coronabond che anche l'Italia continua a chiedere a gran voce.

Un'idea che ha raccolto pure il sostegno di altri sette Paesi Ue, tra cui la Francia (sebbene ora si parli di un'alleanza franco-tedesca sul ricorso al Mes con condizionalità molto alleggerite), della presidente della Bce Christine Lagarde e perfino del membro tedesco nel board della Banca centrale, Isabel Schnabel. Ma che continua a essere osteggiata da Germania, Olanda, Austria e altri Paesi del Nord. "In questa crisi non ci possono essere mezze misure", è tornata a ripetere oggi la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. "Abbiamo bisogno di massicci investimenti sotto forma di un nuovo iano Marshall e quindi anche di un bilancio Ue per i prossimi sette anni adeguatamente potenziato".

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