Giustizia/ Ciampi boccia processo breve.Pdl:Sempre stato di parte

Giustizia/ Ciampi boccia processo breve.Pdl:Sempre stato di parte Cicchitto:Suo settennato tutto contro di noi.Pd:Siete in malafede

Roma, 23 nov. (Apcom) - Il presidente emerito della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi boccia le nuove norme sul processo breve messe a punto dalla maggioranza per evitare che il premier Silvio Berlusconi venga processato e viene accusato dai capigruppo del Pdl di Camera e Senato, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, di non essere al di sopra delle parti, anzi, di non esserlo mai stato, nemmeno durante il suo settennato al Quirinale."Le riforme si fanno per i cittadini, non per i singoli. L'ho sempre pensato ed oggi ne sono più che mai convinto: basta con le leggi ad personam, che non risolvono i problemi della gente e non aiutano il Paese a migliorare", dice Ciampi in un colloquio con Repubblica alla vigilia dell'avvio dell'iter in commissione Giustizia al Senato del ddl Gasparri-Quagliariello che stabilisce che ciascun grado del processo debba essere definito entro un termine massimo di due anni, scaduto il quale il giudice della fase deve dichiararne l'estinzione.Per tutta la mattina la maggioranza non commenta alcunché. Poi è Cicchitto il primo a reagire con parole dure contro il senatore a vita: "Al coro giustizialista non poteva mancare il senatore Ciampi, che non è mai stato al di sopra delle parti ma sempre schierato su una posizione precisa". Il presidente dei deputati del Pdl ritira fuori anche l'ultimo atto come premier di Ciampi, cioè "la licenza dei cellulari ad Omnitel", e ricorda che "la sua presidenza della Repubblica, sia pure con toni diversi da quelli del tutto faziosi usati dal suo predecessore, Scalfaro, fu chiaramente orientata contro il centrodestra. Dunque non ci meravigliamo di assistere oggi al ritorno in pista di Ciampi in funzione della campagna lanciata dal gruppo editoriale 'La Repubblica-l'Espresso'". Poi tocca a Gasparri, che commenta: "Nel 1999 non votai Ciampi a Presidente della Repubblica. E feci bene. Quello che pensavo di lui nel 1999 evidentemente è ancora valido".Pacata la reazione del ministro della Giustizia, Angelino Alfano, che difende il ddl accorcia-processi osservando che si tratta di un provvedimento "a favore dei cittadini". Mentre Italia dei Valori e Partito democratico difendono le parole dell'ex capo dello Stato. Antonio Di Pietro invita la maggioranza ad ascoltarlo visto che "è noto per la sua terzietà". E la capogruppo del Pd in commissione Giustizia alla Camera, Donatella Ferranti, attacca: "Chi lo accusa è in malafede perché scambia il rispetto delle regole con il giustizialismo mentre le parole del ministro Alfano tradiscono la sua vera esigenza cioè difendere gli interessi di Silvio Berlusconi. Il processo breve, infatti, non garantisce tutti i cittadini ma solo un cittadino". Con il vicesegretario Enrico Letta il Pd rinnova alla maggioranza la richiesta di ritirare il ddl sul processo breve: "Qualunque discussione sulla giustizia non può che partire da questo".

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