Clima/ Blitz Greenpeace a Palazzo Chigi: Politica deve cambiare

Clima/ Blitz Greenpeace a Palazzo Chigi: Politica deve cambiare "Le alluvioni appena passate sono segnali che vanno ascoltati"

Roma, 6 dic. (TMNews) - Blitz di Greenpeace stamattina a Roma davanti a palazzo Chigi, sede del governo, per chiedere all'esecutivo di "salvare il clima". All'alba gli attivisti dell'associazione ambientalista hanno srotolato in piazza Colonna un grande striscione, con una foto della tragica alluvione di Genova dello scorso 4 novembre e il messaggio 'Il clima cambia. La politica deve cambiare'. Altri attivisti hanno scalato due lampioni nella piazza davanti a palazzo sede del Governo con lo slogan 'A Durban salviamo il clima'.In contemporanea con la protesta di Greenpeace, due attori hanno messo in scena la rappresentazione della politica che si rifiuta di cambiare: vestiti e truccati come se fossero in un film in bianco e nero, hanno risposto alle domande dei giornalisti come se il problema del caos climatico non li riguardasse."Quest'autunno la nostra penisola è stata martoriata, da Nord a Sud, da una serie di tragiche alluvioni che hanno causato la morte di decine di persone e miliardi di euro di danni. Questi sono chiari segnali che i cambiamenti climatici stanno avendo un effetto sempre più grave alle nostre latitudini e sul nostro Paese. Questi sono i segnali che la politica deve ascoltare", dice in una nota Salvatore Barbera, responsabile della Campagna clima e energia di Greenpeace Italia."Se il clima è chiaramente cambiato - dice Greenpeace - lo stesso non si può dire della politica, soprattutto di quella nazionale. Lo scorso governo ha guidato l'Italia verso posizioni, a livello internazionale, sempre più di retroguardia nella lotta alle emissioni dei gas serra. Il Senato, in questa legislatura, ha addirittura approvato un atto che nega l'esistenza dei cambiamenti climatici e prende le distanze dalle politiche comunitarie a difesa del clima"."Esortiamo il ministro Clini e il nuovo Governo a cambiare la politica climatica del Paese. Un primo banco di prova, oltre a quanto il ministro saprà fare a Durban, sarà la difesa degli incentivi alle rinnovabili. Il sostegno pubblico per questo settore è un investimento del Paese per il futuro occupazionale e ambientale. Le lobby delle energie fossili sono da tempo attivamente impegnate a frenare la crescita delle energie pulite: per questo il governo deve approvare con celerità, trasparenza e razionalità i nuovi decreti attuativi, per garantire - conclude Barbera - stabilità e sviluppo al settore delle fonti rinnovabili".

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