Marrazzo ricattato con un video; Il governatore: vicenda surreale

Marrazzo ricattato con un video; Il governatore: vicenda surreale "Resto al mio posto". Domani interrogati carabinieri accusati

Roma, 23 ott. (Apcom) - Estorsione, violazione di domicilio e della privacy e rapina. Sono queste le accuse contestate dalla Procura di Roma ai 4 carabinieri fermati perché avrebbero ricattato il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo. I militari, secondo quanto ricostruito dagli investigatori del Ros che hanno inviato una informativa alla Procura di Roma, nel corso del blitz nel luglio scorso in danno del Governatore, avrebbero anche sottratto i soldi che Marrazzo aveva nel portafoglio.Quanto è successo, è un atto di una gravità inaudita e dimostra che nel nostro Paese la lotta politica ha raggiunto livelli di barbarie intollerabili", ha detto il presidente della Regione Lazio entrando a Palazzo Chigi in riferimento alla vicenda della presunta tentata estorsione ai suoi danni. "Continuerò con serietà e determinazione il mio lavoro fino all'ultimo giorno della legislatura".Sulla natura dell'incontro in cui era impegnato il presidente, la riservatezza a piazzale Clodio è massima. Secondo fonti giudiziarie si sarebbe trattato di un appuntamento in un appartamento privato. Un appuntamento osèe, intimo, forse mercenario. Per questo poi Marrazzo, sempre stando a quanto accertato finora dagli inquirenti, per cercare di fermare il ricatto sarebbe stato anche costretto a staccare dal suo carnet, 4 assegni per circa 50mila euro complessivi. Gli assegni pero, sempre secondo fonti giudiziarie, non sarebbero mai stati riscossi.Rispetto al video dell'incontro, tra Marrazzo e la persona di suo interesse, il filmato durerebbe alcuni minuti. I magistrati vogliono accertare chi lo abbia girato. Di sicuro quelle immagini, più o meno compromettenti, erano state proposte ad un intermediatore di Milano. Verifiche si stanno svolgendo anche sul modesto quantitativo di sostanza stupefacente che sarebbe stato trovato durante il blitz dei carabinieri infedeli.La reazione del governatore del Lazio oggi è stata a tutto campo. "Non è la prima volta - ha esordito Marrazzo di fronte alle telecamere, leggendo un testo scritto- che si scatena contro di me un attacco che mi colpisce personalmente e politicamente. Sono dispiaciuto - ha aggiunto - che questa bruttissima storia veda coinvolti alcuni carabinieri.Voglio comunque rivolgere un ringraziamento all'Arma e alla magistratura per il lavoro svolto. Per quanto mi riguarda - ha continuato - pur con grande amarezza continuerò con serietà e determinazione il mio lavoro fino all'ultimo giorno della legislatura. Ci sono provvedimenti troppo importanti per i cittadini del Lazio a cui dobbiamo dare esecuzione"."Mi auguro - ha concluso Marrazzo - che si arrivi al più presto al chiarimento di tutti gli elementi di questa vicenda che definirei surreale e di cui, vi ricordo, sono vittima. Ho una famiglia alla quale tengo più di ogni altra cosa e che voglio preservare con tutte le mie forze. Da questo momento quindi - ha proseguito - di questo argomento parleranno esclusivamente i miei legali".Marrazzo, spiega una nota della Regione Lazio, ha nominato come suo legale di fiducia l`avvocato Luca Petrucci del foro di Roma. A questo proposito il legale precisa che "a fronte di qualunque notizia che dovesse ledere la reputazione del presidente Marrazzo si procederà senza indugio a promuovere tutte le iniziative giudiziarie a tutela del proprio assistito per i reati di diffamazione, di violazione del segreto istruttorio e della evidente e gravissima violazione del diritto della privacy".Intanto si terrà domani mattina l'interrogatorio di convalida del fermo dei quattro carabinieri ritenuti responsabili di una estorsione a danno di Marrazzo. I militari compariranno davanti al gip Sante Spinaci. Gli accertamenti sono stati condotti dai carabinieri del Ros, che nei giorni scorsi hanno inviato al procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo una informativa sulle indagini svolte. Il pubblico ministero titolare del fascicolo è Rodolfo Maria Sabelli.

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