Berlusconi/ Castelli attacca Saviano: "Ma va a ciapà i ratt"

Berlusconi/ Castelli attacca Saviano: "Ma va a ciapà i ratt" "Poveri milanesi, è l'ennesimo professionista dell'antimafia"

Roma, 10 dic. (Apcom) - Il viceministro alle Infrastrutture, Roberto Castelli, attacca duramente lo scrittore Roberto Saviano, intervenuto questa mattina a Milano. "Meriterebbe una risposta più secca - afferma il viceministro leghista - ma siamo a Natale e l'ineludibile bonomia lombarda mi fa soltanto esprimere un invito: ma va a ciapà i ratt"."Poveri milanesi - attacca Castelli in una nota - a furia di chinare il groppone per lavorare, lavorare e lavorare senza pensare ad altro, adesso devono sorbirsi le lezioni e le paternali dell'universo mondo. L'ultimo maestrino arrivato - aggiunge - di cui sentivamo tanto il bisogno, è l'ennesimo professionista dell'antimafia Saviano, il quale viene da una terra che per condizioni politiche e sociali sicuramente ha molto da insegnare".L'autore di Gomorra, parlando all'Accademia di Belle Arti di Brera che gli ha attribuito due prestigiose onorificenze, e commentando le dichiarazioni del premier sulla necessità di modificare la Costituzione, oggi ha detto "Sono quasi certo che gli italiani non permetteranno il cambiamento della Costituzione". Ha poi ricordato come "le 500mila firme raccolte in pochi giorni sono una risposta democratica che dice che non si possono prendere da soli certe decisioni". Un'altra conferma è arrivata, secondo lo scrittore, dalla bocciatura del Csm sul processo breve, una decisione "che ha il significato di difendere la Costituzione".Saviano ha inoltre detto che "Il rischio di infiltrazioni mafiose nei cantieri dell'Expo 2015 c'è ed è enorme, non bisogna negare il problema ma affrontarlo, senza ritenere questa una accusa come spesso avviene, ma una presa d'atto". "Dedico questi riconoscimenti ai meridionali di Milano, che sono poi i veri milanesi" ha aggiunto Saviano. E riguardo alle polemiche sui collaboratori di mafia, Roberto Saviano: "I pentiti sono fondamentali non per le dichiarazioni che fanno, ma perché dalle loro dichiarazioni si può arrivare alla verità".

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