Uranio impoverito, tribunale risarcisce 1,4 mln per morte milite

Uranio impoverito, tribunale risarcisce 1,4 mln per morte milite Falco Accame: sentenza importante, che fa precedente

Roma, 16 dic. (Apcom) - "In definitiva sussistono tutti i requisiti per configurare una responsabilità del ministero della difesa per aver colposamente omesso di adottare tutte le opportune cautele atte a tutelare i propri soldati dalle conseguenze dell'utilizzo dell'uranio impoverito". Così si legge sulla sentenza del tribunale civile di Roma, che ha stanziato un risarcimento di 1,4 milioni di euro per la morte di un caporal maggiore. Secondo quanto reso noto dall'Anavafaf e dal presidente Falco Accame, alla concessione del risarcimento aveva fatto opposizione lo stesso ministero.Il discorso che il militare "recandosi in zona di guerra fosse a conoscenza dei rischi per la propria incolumità fisica, trattandosi, ovviamente, di missione comunque pericolosa", il discorso avrebbe in linea di massima una sua valenza se le lesioni personali subite dal militare fossero state connaturate al rischio tipico della missione, "vale a dire il ferimento o la morte in combattimento o per attentato di guerra, o comunque connesse ai fatti ed eventi noti al militare e di cui lo stesso, volontario, assume consapevolmente il rischio".Ma invece, "il fatto è pacifico", il soldato "non era stato adeguatamente messo al corrente ed informato di tutti i rischi della missione, in particolare nel fatto di dover operare in zona caratterizzata dalla presenza di uranio impoverito e, peraltro, questa specifica violazione dell'obbligo di informazione aggrava ulteriormente la posizione dei ministeri convenuti".Accame spiega che la sentenza "è di particolare interesse anche per il fatto che fornisce delle minuziose indicazioni del danno biologico, morale, esistenziale, aspetti che riguardano i risarcimenti ma che non trovano un riscontro nella normativa che è stata per lungo tempo presa in considerazione, almeno prima del 2005. Infatti tale normativa prende in esame solo i danni fisici (ferite e lesioni) come ad esempio risulta dalle Leggi 466/80 e 308/81 mentre l'uranio impoverito può provocare gravi infermità alle persone e anche danni genetici ai figli".

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