Addio all’economista Mario Marelli
«Un’esistenza spesa amando molto»

Cantù Don Afker e don Lino hanno sottolineato l’affetto per la famiglia, il sapere, la città. «Si è sempre messo al servizio del prossimo con generosità e per scelta, mai per obbligo»

Mario Marelli ha condotto la propria esistenza amando molto. Amando teneramente la sua famiglia, amando il sapere, amando la sua città, Cantù. Mettendosi al servizio del prossimo con generosità e per scelta, mai per obbligo.

Con la sua scomparsa, avvenuta a 85 anni, la città ha perso una delle voci più autorevoli, uomo profondamente perbene e pensatore critico quando necessario, come un padre che voglia il meglio per i propri figli.

Centinaia al Santuario

Sono arrivati a centinaia, ieri, al Santuario della Madonna dei Miracoli per salutarlo.

L’amministrazione comunale in prima fila, con il gonfalone ai piedi dell’altare e l’assessore Isabella Girgi con la fascia tricolore, doveroso omaggio a un cittadino benemerito dal 1990. E poi tanti esponenti di quel mondo produttivo del quale era esperto tra i più appassionati, punto di riferimento negli studi sulla fabbricazione del mobile, e della politica, di una politica in bianco e nero, fatta di rigore e competenza. Mario Marelli è stato studente del collegio De Amicis e vi ha anche insegnato: dopo il diploma nel ’57 è diventato docente in salita Camuzio, dal ’61 al ’68.

Docente alla Bocconi

Docente di economia aziendale all’Università Bocconi di Milano per quasi trent’anni, tra il 1975 e il 1980 è stato assessore a Cantù, primo presidente dell’ente Qualità Cantù e, tra il 1987 e il 1990, consigliere regionale. Misurato, sobrio, tanto che la cerimonia funebre è stata accompagnata solo dalla musica e non da canti, come voluto dalla famiglia.

«Mario ha molto amato – le parole del parroco don Giovanni Afker – ha amato Angiola per 57 anni, un amore di vita, ha amato i figli Michele e Stefano, gli adorati nipoti. Ma ha amato anche la comunità ecclesiale e civile».

Ha amato attraverso l’insegnamento, e attraverso l’attenzione per la sua città. «La vita di Mario non finisce – ha proseguito nell’omelia – ma è vita che arriva. Questa è la sfida della fede cristiana, c’è qualcosa che va oltre le cose che non vediamo». L’insegnamento che lascia, anche oltre il valore accademico del suo operato, quello di una esistenza spesa nel segno della parola del Signore. «Aiutaci – ha continuato don Afker – a condurre una vita non solo nella logica dell’immediato, ma avendo un obiettivo. Dacci il dono della fede».

Il ricordo dell’amico

Monsignor Lino Cerutti, nonostante la fragilità degli anni, ha voluto ricordare l’amico, e non solo la personalità, sottolineando come la sua vita sia stata carica di dedizione, «dedizione di servizio, non costretta ma scelta con amore, per il bene dell’altro». La sue eredità, lo sprone a tenere sempre a mentre che «ogni gesto sia espressione di rispetto, di condivisione e di speranza, per un mondo che ha bisogno e desiderio di pace».

Anche i nipoti hanno voluto dedicare un pensiero all’amato nonno, che lascia «un vuoto gigantesco», che sarà difficile riempire. Un nonno che è stato loro accanto per gioire, ma che è stato anche capace di piangere e di porgere la spalla per essere un conforto: «Non sembra vero – il ricordo commosso – ma d’ora in avanti avremo la certezza che alzando un po’ la testa e guardando a destra c’è una stella che brilla più delle altre, e quella stella sei tu».

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