«Ammessa solo una Pro Loco»
“Per Cantù” fuori dall’albo

L’Unione nazionale dei sodalizi locali ha risposto a un quesito avanzato dalla Pro Cantù. Ma la nuova associazione minimizza: «Mai chiesta l’iscrizione perché conosciamo le regole»

Ufficialmente non c’è nessuna guerra in atto e si professa massimo desiderio di collaborazione. Ma in realtà la disfida delle Pro Loco infuria e la Pro Cantù cala quello che ritiene l’asso: la lettera dell’Unpli, l’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia, nella quale si dice nero su bianco che in ogni città può essercene una sola. E il posto, per così dire, è già preso. O almeno, una sola affiliata all’Unpli.

Il che non è dettaglio da poco. Un confronto scontro, pur con modi finora rimasti molto urbani, che nei mesi scorsi ha visto nascere «Per Cantù», l’associazione guidata da Valeriano Maspero che fin dal proprio logo dice chiaramente di voler essere la seconda pro loco della città.

«Non ci interessa fare guerre - sottolinea da parte sua il presidente della Pro Cantù Pasquale Di Stefano – noi vogliamo solo far capire alla gente e all’amministrazione come stanno le cose. Questa nuova associazione può ovviamente organizzare tutte le iniziative che ritiene, possono nascere mille associazioni, ma non possono essere riconosciute come pro loco».

«Vedo che non è citata Per Cantù - replica Felice Borghi di Per Cantù – ma chiaramente parlano di noi. Siamo meravigliati perché non abbiamo mai avanzato mai nessun tipo di richiesta scritta all’ Unpli, conosciamo il regolamento perché l’abbiamo letto e studiato e abbiamo agito di conseguenza. Ci risulta davvero inopportuno questo scambio di e-mail tra Unpli e Pro Cantù e non capiamo dove vogliano arrivare. Noi il tempo lo stiamo dedicando per lavorare, non per polemiche. Questo comunque fa capire una volta di più come funziona la Pro Cantù».

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