Avanza il progetto solidale in Kenya. Nell’orto spuntano i primi germogli

Mariano L’impegno di Giuseppe Terraneo e Roberto Cattaneo in Africa con il supporto della Fondazione Minoprio

Si è colorato di verde l’orto realizzato a Nanyuki in Kenya. Perché qualche settimana dopo la semina, adesso si intravedono germogliare le prime piantine di legumi sul campo realizzato per la comunità “Nanyuki Furaha Foundation” che vuole così coltivare una nuova opportunità di lavoro per i quasi 60 bambini che ospita a 200 chilometri da Nairobi.

Almeno su questo scommettono Roberto Cattaneo e Giuseppe Terraneo sostenendo il progetto “Terra nuova” che li ha portati dalla Brianza al Corno d’Africa.

Il primo passo è stato prendere in affitto un terreno che certo non manca in una parte del continente che si apre a ridosso del parco nazionale del Monte Kenya. Il secondo passo, quello più importante, è stato adattare i 4mila metri disponibili alla coltivazione. Per farlo sono venuti in loro aiuto quattro neodiplomati dell’istituto agrario della Fondazione Minoprio, ossia Federico Garbagnati, Giorgia Ragazzini, Francesca Roveda e Nicola Vincenzi.

I giovani hanno messo in pratica quanto imparato a scuola, realizzando un sistema di irrigazione a goccia che parte da un cisterna di recupero d’acqua di 6mila litri: collegata a un pannello fotovoltaico, questo attiva una pompa da cui parte la distribuzione dell’acqua su tutta la superficie. Questo l’impianto che alimenta il campo dove sono stati seminati cavoli, fagioli, piselli e, ancora, zucchine, cipolle e pomodori, una parte è stata coltivata a patate e, infine, una a mais.

Oggi si vedono spuntare i germogli dei primi ortaggi. «È stata un’esperienza bellissima con la sorpresa che otto ragazzi tra i più grandi della comunità ci hanno affiancato per imparare come gestire l’orto» spiega Giuseppe Terraneo mentre mostra le foto dalla sua casa a Mariano. «Adesso aspettiamo i primi risultati», sorride Terraneo che motiva l’impegno a favore della comunità gestita da Andreina Iorio: «Ci piace il progetto che dà nuove opportunità di lavoro ai ragazzi».

Perché l’orto per i kenioti rappresenta una possibilità non solo di aver maggiore disponibilità di cibo, variegando la dieta, ma anche un modo per disegnare nuovi orizzonti nel mondo dell’impiego per i ragazzi ospitati in comunità perché senza famiglia o allontanati dalla stessa.

«Ringraziamo la Fondazione Minoprio e i quattro studenti che hanno scelto di spendere così le vacanze estive - conclude - La cosa che mi ha sorpreso è che questi studenti avevano promosso una raccolta fondi che ha permesso alla comunità di acquistare una nuova cucina, ma anche sostenere parte delle spese di gestione».

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