Bus e scuola, la protesta di Perticato
«Vogliamo più corse per gli studenti»

Alcuni genitori chiedono al Comune un incontro e sostegno nell’azione verso l’azienda. Il sindaco: «Pronto a riceverli, ma le linee di trasporto pubblico purtroppo non le decidiamo noi»

«Non posso pensare di accompagnare mia figlia a scuola per cinque anni. Sono pronta a pagare anche qualcosa in più ogni mese, ma abbiamo bisogno del servizio di trasporto pubblico».

Promettono di dare battaglia le mamme dei tanti studenti iscritti ai vari licei della bassa comasca. Perché escluse le due corse garantite tra le 7 e le 8 del mattino per collegare Perticato a Cantù, nella popolosa frazione di Mariano i bus scarseggiano. Mentre sono pari a zero quelli diretti verso Meda, Seregno o, ancora, Cabiate, realtà con cui, per l’altro, il paese confina.

Un solo autobus, il “C81” di Asf ferma in frazione per un totale di 12 corse in un giorno, che si concentrano il mattino fino alle 9 per poi riprendere alle 13 al ritmo di uno all’ora , portando verso Cantù e viceversa.

Troppo poche anche solo per quanti frequentano il vicino istituto superiore “Jean Monnet” in via Santa Caterina, costretti a svegliarsi all’alba per arrivare in classe prima del suono della campanella che segna l’inizio della giornata sui banchi scolastici.

«Chiediamo di essere ascoltate, siamo disponibili anche a incontrare l’amministrazione in carica per esporre loro il nostro disagio - aggiungono all’unisono le mamme che rilanciano - Siamo pronte a farci carico di qualche costo in più al mese per avere anche un pullman fornito dal municipio che risponda alle nostre esigenze, portando i nostri figli a scuola: noi con il lavoro non riusciamo».

Da parte del sindaco Giovanni Alberti c’è la massima apertura al dialogo: «Conosciamo il problema perché si ripete ogni anno, soprattutto, verso Seregno dove mancano completamente le corse degli autobus. L’unica soluzione è quella del treno. Purtroppo, però - spiega - non è una competenza comunale, resta la mia disponibilità a incontrare le mamme e raccogliere le loro richieste per trasmetterle all’azienda che gestisce il trasporto pubblico e sensibilizzarla rispetto al disagio che vivono».

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