Cantù, addio al dottor Italo Elli
«Sempre vicino ai pazienti»

Aveva 93 anni, una vita all’ospedale e come medico di famiglia

Professionale, disponibile, gentile: un punto di riferimento per generazioni di pazienti. È morto a 93 anni il dottor Italo Elli. Lunedì 23 agosto, alle 11, i funerali - mezz’ora prima, il rosario - al santuario della Madonna dei Miracoli. Nato a Carugo nel 1928, nel 1957 ha iniziato a lavorare all’ospedale di Cantù, nel reparto di Medicina Interna. Nel 1968, la specializzazione, a Torino, in cardiologia. Dagli anni Ottanta, ha proseguito solo come medico di famiglia, fino alla pensione. Ma ha continuato comunque oltre gli ottant’anni, come consulente cardiologo presso strutture convenzionate. In famiglia ricordano che quasi ogni giorno faceva il giro di tutti i suoi pazienti più anziani o in difficoltà. In ogni strada in cui era di passaggio, poteva indicare questa o quell’altra abitazione, paziente, caratteristiche. E spesso la frase era un: «Domani lo chiamo». Una vera dedizione alla professione. Al centro, sempre: la persona. Elli era anche un uomo di cultura, che anche dopo gli ottant’anni traduceva dal latino con facilità. Mite, elegante. Grande appassionato di jazz: Dizzy Gillespie, Charlie Parker, Louis “Satchmo” Armstrong. Non aveva mai studiato musica, ma, ricordano a casa, aveva un grande orecchio. Al punto da saper improvvisare al pianoforte, pur senza conoscere le note, melodie appena sentite. A casa era amatissimo dai nipoti - Petra, Gionata, Bettina, Margherita, da poco la neonata pronipote Alma - per i quali è sempre stato presente e amorevole. Ascoltava senza mai giudicare, consigliava senza insistere. È rimasto nella sua casa, circondato da tutti, fino all’ultimo, sereno, momento della sua vita. «Un ottimo medico - dice Pellegrino Roccucci, ex sindaco di Carimate - Un punto di riferimento». Suo vicino di casa, l’ex sindaco di Cantù Giuseppe Anzani lo ricorda come «una persona gradevolissima, molto perbene. Un medico molto presente. In tanti lo ricordano in maniera splendida. Le persone con lui si sentivano a proprio agio e rassicurate».

(Christian Galimberti)

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