Cantù, allarme da corso Unità d’Italia
«Ecco come agiscono i ladri»

l racconto di alcune visite sospette in una zona dove sono stati compiuti vari furti

È il metodo usato dai ladri. E a non rispondere al citofono o al videocitofono, c’è il concreto rischio di ricevere una visita indesiderata proprio mentre si è in casa.

«Suonano. Se non risponde nessuno, matematico che questi entrano in casa. Altrimenti si mettono a raccontare storielle». A riferire il modus operandi dei topi d’appartamento, vestiti agili per scavalcare, scarpe da ginnastica ai piedi per scappare veloci, è un residente di corso Unità d’Italia. Ha filmato chi è arrivato alla sua porta: due tentativi in tre giorni. Personaggi con il volto più o meno nascosto da cappellini, sciarpe, mani. Con i ladri, il residente ha anche parlato.

I tizi in questione sono stati immortalati da una telecamera privata nemmeno a molta distanza dall’incrocio tra via al Monte e via Carcano, dove abita Pierluigi Marzorati. La bandiera della Pallacanestro Cantù, negli scorsi giorni, ha subito due effrazioni - tre a contare anche quella di giugno, a fronte delle zero incursioni in trent’anni - tra vetri rotti, contanti e argenteria sparita. In qualità di presidente dell’associazione benemeriti cittadini, Marzorati ha voluto pubblicamente denunciare l’accaduto. Aveva espresso la sua vicinanza umana allo stesso Marzorati, anche per motivi professionali, il prefetto di Como Bruno Corda.

Possibile che sia uno dei tre ladri visti nella seconda occasione in via Al Monte, l’uomo con il cappellino e le scarpe blu arrivato a suonare nelle vicinanze.

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