Cantù, allarme per l’ex De Amicis
«Edifici e biblioteca abbandonati»

Nello Maspero (Scout Masci): «La situazione del vecchio collegio è evidente. Volumi e reperti vanno salvati». La fondazione Facec: «Ancora nessuna offerta sull’area. Il patrimonio librario andrà al Comune»

Per l’area dell’ex collegio De Amicis, a preoccuparsi per il patrimonio librario e scientifico - come ad esempio le vaste collezioni di tomi e il museo zoologico - sono gli scout cattolici adulti. Che ricordano quanto di culturalmente prezioso vi sia tra le mura di salita Camuzio. Un’area in cerca di un futuro che fatica a concretizzarsi.

Non facile trovare acquirenti o partner. E, di conseguenza, come spiega la Facec, per il momento anche il patrimonio, ferma la volontà di una condivisione futura con il Comune anche per un’accessibilità pubblica, resta laddove si trova. Legato a un’operazione a carattere privato che, ad oggi, non c’è.

È Nello Maspero, Masci Cantù - Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani - a porre una riflessione comune anche, di certo, a ex studenti e non solo. «Chi di noi canturini e non, quando passeggia nelle stradine adiacenti al collegio De Amicis non gli prende un po’ di sconforto, di amarezza? In quelle mura c’è una parte di storia della città di Cantù. Il degrado e le sterpaglie si stanno impadronendo di quest’area». Dipende dal periodico. Di tanto in tanto, come successo in passato, avviene una risistemazione generale.

Ma la preoccupazione di Maspero è comunque su più fronti. «Che fine avrà fatto quella bellissima e valorosissima biblioteca, il museo, la bella chiesetta e tanti altri ricordi? I cittadini non dimenticheranno mai e, vedendo tutto questo nel passeggiare, non si stancheranno mai di chiedersi: ma che fine hanno fatto questi valori, che fine farà l’ex collegio De Amicis». Che fu aperto nel 1910 ed è stato chiuso nel 2017.

Per Daniele Conti, direttore della Fondazione Ambrosiana per la Cultura e l’Educazione Cattolica, proprietaria del complesso: «Per quanto riguarda la posizione della fondazione - spiega - non c’è molto da dire: avevamo già intenzione di rendere disponibile il patrimonio librario alla Città di Cantù, nel contesto di un’operazione complessiva. Non può che essere confermata come tale questa nostra disponibilità. Bisogna che ci sia un’operazione che porti avanti lo sviluppo dell’area, che consenta di trovare una soluzione».

Ci sono novità in tal senso? Qualche privato si è distinto nonostante il difficile periodo del mercato immobiliare? «Non ci sono particolari novità - aggiunge - Chiaro che proseguiamo nelle verifiche nel realizzare eventuali manifestazioni di interesse».

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