Cantù, appello degli ambulanti
«Piazza da ampliare e orari flessibili»

Due le proposte per migliorare gli affari delle bancarelle e la qualità del lavoro. «Nei mesi di afa e di grande freddo si potrebbe smontare tutto già alle 13 o alle 14»

Una piazza più grande e orari, per così dire, più piccoli, almeno nei periodi dell’anno più freddi e più caldi. I due obiettivi da perseguire, per il mercato cittadino, sono questi. E se per il primo si deve ovviamente far riferimento all’amministrazione, per quanto riguarda il secondo la faccenda è interna e deve riguardare gli ambulanti stessi.

Nel piano del traffico che l’amministrazione ha presentato nei mesi scorsi è contenuta anche la prospettiva del trasferimento delle bancarelle del sabato da piazza Marconi. Già la passata amministrazione lo prospettò, e allora gli ambulanti salirono sulle barricate all’ipotesi del trasferimento al parcheggio tra via Manzoni e via Martin Luther King, contro il quale Confesercenti e gli ambulanti raccolsero migliaia di firme.

«Le modalità utilizzate da questa amministrazione – dice Angelo Basilico, direttore di Confesercenti Como –sono state molto apprezzabili, al contrario di quanto avvenuto con la precedenze, perché si è cercato il confronto. Restano però delle perplessità in merito a delle questioni tecniche. Le strade, per esempio, hanno delle pendenze importanti. Inoltre occorrerebbe approntare tutta una serie di collegamenti elettrici, scarichi».

L’assessore ai Lavori pubblici Paolo di Febo ha prospettato una seconda idea, ampliare piazza Marconi estendendosi sopra via Risorgimento con dei pilastri, a formare una sorta di terrazza.

E poi una seconda questione su cui agire, quella degli orari. Perché per molti operatori restare fino a pomeriggio inoltrato in alcuni periodi dell’anno – per esempio ora che fa molto caldo o al contrario quando le temperature sono molto rigide – rappresenta una spesa più che un vantaggio.

Meglio sarebbe smontare alle 13 o alle 14, ma serve una posizione condivisa da tutti: «Per qualcuno in un momento economico così delicato – riconosce Basilico – è impensabile sentirsi dire di lavorare mezza giornata in meno. Occorrerà trovare un compromesso tra le esigenze di tutti».

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