Cantù, arresto per estorsioni a luci rosse
Indagini dalla denuncia di un bancario

Dopo aver pagato più volte si è rivolto alla polizia locale della città brianzola, poi l’inchiesta lecchese. Direttore comasco adescato su sito di incontri da una ragazza straniera. Quindi le foto e i ricatti

È partita dalla Polizia locale di Cantù l’indagine del sostituto procuratore della Repubblica di Lecco Andrea Figoni su una brutta storia di estorsioni e tentate estorsioni a sfondo sessuale che hanno avuto come vittima un funzionario di banca del Canturino. L’uomo, dopo aver pagato più volte i suoi ricattatori, si è infatti rivolto alla polizia locale, che ha subito allertato – per competenza territoriale – la Procura di Lecco. Quindi le indagini coordinate dal magistrato inquirente, e sviluppate in collaborazione tra gli agenti della Pl della cittadina del Comasco e i carabinieri del Nucleo operativo radiomobile della compagnia di Merate, principalmente attraverso intercettazioni telefoniche e servizi di pedinamento e osservazione.

Nei giorni scorsi, su richiesta del pm, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecco ha firmato tre misure restrittive della libertà personale: per uno degli indagati si sono spalancate le porte del carcere (già si trovava agli arresti domiciliari per un’analoga vicenda, un’indagine della Procura di Monza finita nel luglio dello scorso anno in Tribunale, con una lunga lista di condanne – in abbreviato – e patteggiamenti), per altri due l’obbligo di firma. Ma sarebbero in totale sette gli indagati, quattro a piede libero.

A mettere la parola fine su quella che viene definita “sex extortion”, la denuncia della vittima nel mese di ottobre dello scorso anno. Il direttore di banca era stato adescato su un sito di incontri da una diciannovenne di origini straniere residente a Briosco, nella Brianza monzese, dietro la quale, questo avrebbero appurato le indagini, ci sarebbe però stata una vera e propria organizzazione composta da giovani e giovanissimi. Concordato l’appuntamento, la ragazza e il professionista si sarebbero appartati in un luogo tranquillo, a bordo dell’auto dell’uomo. Non ci sarebbero stati rapporti sessuali completi, la ragazza si sarebbe limitata a spogliarsi e a rimanere a seno nudo: a quel punto erano entrati in scena i complici, che avrebbero immortalato la scena scattando fotografie.

Era così partita la richiesta di denaro: tre gli episodi estorsivi consumati nella Brianza lecchese attribuiti dalla Procura a quello che viene considerato il “dominus” dell’organizzazione – Norberto Fumagalli Beretta, 25 anni, casa a Missaglia, stava scontando agli arresti domiciliari una condanna a 4 anni e 8 mesi “rimediata” in abbreviato a Monza – alla ragazza e a un terzo complice, un ragazzo di Monticello Brianza nato nel 2001. Al funzionario di banca, i tre - con l’intervento, in un caso, di un uomo di 59 anni di Verano Brianza, la cui posizione è però definita “minore” in quanto si sarebbe limitato a una telefonata di minaccia, spacciandosi per il padre della giovane - avrebbero estorto denaro contante in tre tranche, da 750, 850 e 600 euro. Gli altri episodi, per i quali sono indagati altri tre giovani, uno residente a Nibionno, si sarebbero invece consumati del Comasco e sono stati stralciati dal fascicolo lecchese.

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