Cantù, chiusa anche la storica gioielleria: in via Matteotti sette vetrine vuote

Il caso Cappelletti, negozio storico aperto nel 1937, ha definitivamente cessato l’attività. Bolla (Confcommercio): «Una grandissima perdita, un’assenza che si sentirà a Cantù»

Da ieri via Matteotti brilla un po’ meno: la serranda della Gioielleria Capelletti, una storia iniziata con Arturo, esperto riparatore di orologi e pendole, che nel 1937 decide di aprire un’attività tutta sua a Cantù, si è abbassata definitivamente.

Negozio storico, anche nei fatti, con il riconoscimento da parte della Regione, la cui mancanza, in un centro che ha già celebrato tanti addii negli ultimi anni, si farà sentire. I negozianti della via dello shopping hanno salutato l’amico e collega Paolo Cappelletti, e continueranno a fare la propria parte per mantenere vivo e vivace il tessuto commerciale. Ma il vicesindaco Giuseppe Molteni non si nasconde: «Il centro è in affanno e se prima ci preoccupava soprattutto Pianella adesso è il momento di effettuare confronti e riflessioni anche su via Matteotti».

Non un fulmine a ciel sereno, la chiusura della gioielleria, che anzi è uscita di scena un passo alla volta. L’annuncio era stato dato un anno fa, nella primavera del 2022, ponendo come data la fine di dicembre. Poi la decisione di riaprire ancora per qualche settimana, per una vendita straordinaria, e da Natale si è arrivati fino a Pasqua. Adesso però è successo davvero. Motivo, non la crisi o la mancanza di clientela, che anzi è affezionata e fedele, ma un mancato ricambio generazionale. S’è concluso in bellezza, salutando tutti un’ultima volta. Ora quelle sette vetrine affacciate su via Matteotti resteranno spente, e già ieri le serrande abbassate non passavano inosservate.

«Dispiace tanto, tantissimo – dice il vicesindaco Molteni – per la collocazione del negozio, che occupava una parte importante della via. Perché era una gioielleria di livello, con una certa immagine grazie ai marchi importanti trattati. Davvero un peccato». Stavolta, però, non è colpa della crisi o delle bollette. «No – prosegue – in questo caso è il ricambio generazionale, un altro grande problema in molte imprese e negozi. Noi, come Comune, stiamo tentando di attuare il maggior numero possibile di azioni per sostenere le attività, con i mezzi che abbiamo. Cerchiamo il confronto, mettiamo a disposizione risorse, ora apriremo un altro bando Duc, organizziamo eventi. Nel futuro ci sono opportunità come il museo diffuso, l’area del Basket. Continueremo su questa strada».

Alessandro Bolla di Zanfrini Calzature, referente cittadino di Confcommercio, rende merito al collega: «Sapevamo che sarebbe successo, eravamo pronti. Ma adesso, davanti alla chiusura, ci rendiamo conto che è una grandissima perdita, per il negozio e per la persona. In questi anni hanno mantenuto marchi importanti con una scelta di alta qualità, in una piccola realtà non è semplice, significa essere davvero bravi». Non nega che l’assenza si farà notare, «una parte di via Matteotti resta senza luci. Ma dobbiamo continuare a mantenere alta la qualità e sperare che quelle vetrine possano non restare chiuse a lungo».

Una visione condivisa da Giorgio Cattini di Bossi Abbigliamento: «Si è trattato di una scelta personale e un po’ naturale. Non ce ne siamo ancora resi conto. Dispiace, ci siamo salutati e spero di vederlo ancora in via Matteotti. Ma il centro deve resistere, e speriamo che ci siano soluzioni per rivitalizzarlo».

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