Cantù chiusa per ferie: è il deserto
«Ma sarà solo per una settimana»

Da piazza Garibaldi a via Matteotti: immagini surreali della città del mobile che richiamano il “lockdown”. Pienone alla piscina all’aperto: ieri 400 persone. Dalla riapertura (15 luglio) già 5mila ingressi

La scena, anche nell’anno non fortunato della pandemia, è quella tipica. Strade deserte, negozi chiusi. Benvenute vacanze. Inizia con questa settimana il periodo estivo per eccellenza, in cui le aziende saranno chiuse e si concentreranno maggiormente le chiusure dei negozi: la serrata andrà all’incirca tra i 7 e i 10 giorni, difficilmente di più, nella quindicina centrale del mese, a partire da oggi.

Scenari da agosto classico, visti in anteprima nella domenica precedente il Ferragosto: parcheggi vuoti, piazze abbandonate al proprio destino in stile lockdown, saracinesche abbassate. A centinaia a mollo in piscina, e poi sdraiati tra il sole e l’ombra. Giornata festiva - ieri - da 400 persone al centro sportivo di via Giovanni XXIII, con una struttura che va verso i 5mila accessi in poche settimane.

Fuga dalla città da venerdì

Domenica come nella migliori delle tradizioni estive. Di certo, qualcuno ha fatto i bagagli già venerdì pomeriggio, ed è subito scappato. Altri hanno trascorso la giornata in giro tra lago e montagna. Altri sono rimasti a casa. Il caldo non ha aiutato a uscire: punte di 33 gradi, che con l’umidità si avvertono più asfissianti, a causa dell’ormai nota temperatura percepita, in effetto addizionale.

Di mattina, invece, più movimento. In via Matteotti, chi era aperto è riuscito anche a lavorare bene. «Tutto sommato, i clienti non mancano, sono giorni in cui si lavora - dice Alessandro Bolla, referente per Cantù di Confcommercio Como - Questi sono i giorni della chiusura, ma difficilmente si andrà oltre la settimana intera, qualcuno arriverà a dieci giorni». Facile, a quanto pare, che ci sarà alternanza con la settimana successiva. «Tanti negozi chiuderanno dal 15 al 22 - aggiunge Bolla - Ci sono ad ogni modo anche le ferie dei dipendenti da far smaltire. Ho la sensazione che i negozi di vicinato, gli alimentari, resteranno più aperti rispetto agli altri anni passati. Credo che le ferie di tre settimane non le farà nessuno o quasi». Anche perché, con il Covid, son già bastati e avanzati i mesi in cui era vietato lavorare. Qualche negozio di vicinato, sabato, ha comunque svuotato e staccato i frigoriferi. Segnale chiarissimo di una settimana in cui non si lavorerà.

L’alternativa per chi resta

Ma nella vita non c’è solo il lavoro. E l’operosa Brianza non fa eccezione, nella domenica di “nullafacenza” che si può passare al sole, o a farsi un bagno, di solito entrambi. Al centro sportivo, la piscina comunale in concessione a Sport Management, nonostante i distanziamenti Covid, sta registrando numeri interessanti. Dal 15 luglio a ieri, tre settimane, sono ben 4mila gli ingressi di chi è entrato a singolo gettone per una mezza giornata o una giornata intera tra vasche, scivoli, lettini e pratone naturale.

Con gli abbonati e convenzionati, la stima è di un altro migliaio o poco meno di entrate supplementari. Non male se si considera il ritardo nell’apertura rispetto a una stagione senza pandemia. Per gli utenti, mare al cloro sotto casa, baretto con bibita a un tiro di sdraio, e va benone così. Si replica tutti i giorni. Quasi come essere da un’altra parte. Del resto, essere in piscina è già essere da un’altra parte.

Christian Galimberti

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