Cantù e i controlli sulla movida
Il sindaco: «Non si può fare di più»

Bizzozero a confronto con i residenti che chiedono pulizia, silenzio e sicurezza: «Le liberalizzazioni permettono di intervenire soltanto sui locali che violano le regole»

I residenti del centro vorrebbero più tranquillità, più pulizia, più decoro. E lo stesso vogliono anche gli esercenti, nonostante si punti il dito contro la movida e la folla – non sempre civile – richiamata sul crinale.

L’amministrazione cosa fa? Fa tutto quello che può, ha ribadito più volte il sindaco Claudio Bizzozero, «il massimo che le risorse a disposizione, per quanto riguarda gli straordinari della polizia locale, e i limiti di legge ci permettono. Vorremmo fare di più, ma non è possibile».

Intanto si è aperto il dialogo con il reparto di Pediatria del Sant’Antonio Abate, diretto da Alfredo Caminiti, per fare educazione nelle scuole contro l’abuso di alcol. Un incontro che si attendeva incandescente l’assemblea organizzata venerdì nel salone dei convegni su iniziativa del Pd, voluta per riportare l’attenzione sul diritto di chi vive in centro di poter dormire la notte e di non trovare la strada fuori casa ridotta a una latrina.

Il che, ha rimarcato il segretario del Pd Filippo Di Gregorio, non si traduce in nessuna volontà di mettere i bastoni tra le ruote alle attività dei baristi, semplicemente nel chiedere di non far prevalere i diritti di alcuni su quelli di altri. L’assemblea è stata presieduta da Roberto Bianchi, primo firmatario della richiesta di convocazione, che ha tracciato la situazione attuale, che vede 14 locali in un raggio di 150 metri. Escluso il cono d’ombra alle spalle della basilica di San Paolo.

Tre i grandi problemi legati all’intensa vita notturna, ha sottolineato Bizzozero, ovvero la necessità di dover pulire il crinale ogni giovedì mattina, con spesa a carico dell’amministrazione.

Secondo, l’abuso di alcol da parte dei giovanissimi e terzo il rumore che rende difficile la vita ai residenti. Tra i residenti c’è chi chiede di imporre limitazioni ai locali. Il che, ha replicato ancora una volta il sindaco, non è possibile: «La legge sulle liberalizzazioni ci impedisce di intervenire sugli orari di apertura dei locali. Le ipotesi di ordinanza in tal senso sono solo sono idee che abbiamo già preso in considerazione . Siamo intervenuti nei confronti di locali particolarmente discoli, e un anno fa venimmo anche attaccati per questo da chi oggi ci dice di usare il pugno duro, perché usammo i cani».

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