Cantù e il caso delle immobiliari fallite (e i soldi svaniti in Svizzera). L’ex assessore Quintavalle ai domiciliari fino al processo

L’inchiesta Il magistrato ha confermato la misura restrittiva nei confronti dell’ex assessore. Per l’accusa avrebbe utilizzato due società in concorso con Claudio Ferrari per fare profitti illeciti

Il giudice del Tribunale di Como Walter Lietti ha sciolto la riserva, decisione che è già stata notificata alle parti: Giorgio Quintavalle, ex assessore di Cantù (50 anni, residente a Morcote in Svizzera) e presidente della Sezione Salvamento della Federazione Italiana Nuoto, rimarrà ai domiciliari. E’ stata dunque respinta l’istanza che era stata presentata dai legali della difesa (gli avvocati Arnaldo Giudici e Marco Franzini) per chiedere la revoca o comunque l’attenuazione della misura cautelare. Il pubblico ministero titolare del fascicolo, la dottoressa Antonia Pavan, aveva al riguardo espresso un parere negativo alla modifica della misura restrittiva.

La posizione del giudice

La custodia cautelare in essere oggi (ai domiciliari) era stata concessa dal Tribunale del Riesame che aveva modificato quanto disposto con l’ordinanza in carcere emessa dal gip di Como il 17 novembre scorso ed eseguita dalla guardia di finanza il 21 sempre di novembre. Secondo il giudice Lietti, nonostante il rinvio a giudizio già decretato questa settimana – prima udienza, in collegiale, fissata per maggio – Quintavalle merita ancora di rimanere ai domiciliari in quanto non si riterrebbero affievolite le esigenze cautelari in merito al pericolo di reiterazione del reato ancora più sussistente - secondo il magistrato - dato il più consistente numero di reati contestati rispetto a quelli iniziali che erano compresi nell’originaria custodia cautelare.

Al centro dell’attenzione del giudice sarebbero finite le attività di Quintavalle in due società che secondo il capo di accusa sarebbero state utilizzate – in concorso con l’altro ex assessore di Cantù, Claudio Ferrari – per perseguire profitti illeciti. Insomma, in estrema sintesi, le indagini avrebbero dimostrato – secondo il giudice di Como – che le esigenze cautelari sarebbero ancora ben presenti tanto da rendere impossibile una modifica dei domiciliari. La difesa, al contrario, nel corso sull’udienza preliminare del 15 febbraio aveva chiesto la revoca oppure, in subordine, una misura meno afflittiva come l’obbligo di firma o anche solo l’eliminazione della prescrizione del divieto di comunicazione con terze persone.

Stando così le cose, insomma, Quintavalle dovrebbe arrivare a processo, nella prima udienza del 2 maggio, ancora sottoposto alla misura restrittiva. I termini di custodia che scadevano il 20 febbraio infatti sono stati allungati di altri sei mesi proprio a partire dalla data del 15 febbraio, quella che ha deciso per il rinvio a giudizio del cinquantenne canturino. Tutto questo, occorre precisare, a meno di sorprese visto che sono ancora molti i ricorsi pendenti proprio in merito al trattamento cautelare ricevuto dall’indagato. Giusto ieri, per fare un esempio, in Appello a Milano si discuteva l’impugnazione del rigetto di una istanza di modifica delle misure fatta a gennaio dal giudice Massimo Mercaldo.

Non ha chiesto riti alternativi

Ricordiamo, in conclusione, che Quintavalle è anche l’unico dei 10 indagati nell’inchiesta sulla gestione di società che operavano esclusivamente nel settore immobiliare concludendo importanti operazioni di compravendita di terreni (realizzando ingenti profitti senza tuttavia versare al fisco quanto dovuto) che ha scelto di non chiedere riti alternativi come l’abbreviato (con lo sconto di pena) o il patteggiamento.

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