Cantù, futuro dell’ospedale
«Buone le intenzioni, ora i fatti»

I sindaci del Canturino sono soddisfatti dopo le dichiarazioni del direttore dell’Asst Banfi

Un piccolo ospedale che deve rispondere a una grande domanda di salute, quella non solo di Cantù ma anche dei Comuni vicini, un bacino pari a 200mila persone. Per questo è fondamentale che il Sant’Antonio Abate venga consolidato e soprattutto che il suo pronto soccorso resti operativo su 24 ore.

A chiederlo sono i sindaci, raccogliendo le istanze dei propri cittadini. Il nuovo direttore generale dell’Asst Lariana Fabio Banfi ha voluto dare rassicurazioni in merito, garantendo che i reparti di via Domea verranno valorizzati, in autunno entrerà in funzione anche il nuovo blocco operatorio, e «non accadrà mai che il pronto soccorso venga trasformato in punto di primo intervento, rimarrà attivo sulle 24 ore». Ma negli anni più volte si sono avuti timori per il Sant’Antonio, con davanti agli occhi il caso del Felice Villa di Mariano - oggi non più ospedale - e l’anno passato l’evenienza di chiusura della guardia chirurgica attiva, passando alla sola garanzia di reperibilità, è stata toccata anche se presto scongiurata. «Da parte mia – dice il vicesindaco reggente di Cantù Alice Galbiati – c’è massima disponibilità a incontrare il dottor Banfi. Per qualunque cosa, l’amministrazione c’è. Mantenere il servizi ospedaliero su Cantù e potenziarlo è prioritario, io personalmente ho avuto esperienze al Sant’Antonio come paziente e sono state positive. Le parole del direttore generale mi smembrano di buon auspicio».

Lo pensano anche i colleghi vicini, ma non manca chi punta l’attenzione su quanto delicata sia la situazione

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