Cantù, il Comune chiude
la comunità alloggio per minori

L’ordinanza firmata dai servizi sociali. La cooperativa ha presentato ricorso

Villa Lavinia, comunità alloggio per minori di via Cavour, gestita dalla cooperativa sociale Hope di Milano, si è fatta notare nel vicinato, in pieno centro, per alcune problematiche. Alcune di queste sono state messe a verbale dalla polizia locale: il «lancio di bottiglie di vetro», si legge, l’«infortunio di un minore». Il Comune ne ordina la chiusura: la struttura, secondo il municipio, non ha presentato l’agibilità. «Muri scrostati e sporchi», è scritto nel documento con la firma dei servizi sociali, «derrate non adeguatamente stoccate nel locale dispensa», una «porta divelta appoggiata sul muro». Alcuni presidi delle scuole di Cantù sono arrivati a mettere nero su bianco e protocollare in municipio «problematiche relative sia ai rapporti delle scuole con la comunità, sia alla mancata soddisfazione delle esigenze degli alunni». Sono questi alcuni degli elementi sottolineati dall’ordinanza del Comune, pubblicata in queste ore. Contestazioni di diverso genere, anche sulla base del verbale di sopralluogo di Ats Insubria. Manca il piano di emergenza ed evacuazione, la dichiarazione di conformità della caldaia, un titolo di studio, la certificazione dell’esperienza del coordinatore e degli operatori. «Non è stato possibile attestare il possesso dei requisiti della struttura, a causa del mancato invio della documentazione richiesta a seguito di sopralluogo congiunto tra Ats Insubria, polizia locale e servizi sociali», si legge. La polizia locale è intervenuta di nuovo appena qualche giorno fa, giovedì. Due dirigenti scolastici dei tre istituti comprensivi della città hanno preso carta e penna per sottolineare alcuni problemi. E poi ci sono i contatti che hanno interessato direttamente il sindaco Alice Galbiati e l’assessore ai servizi sociali Isabella Girgi. «In questi mesi ci sono state diverse segnalazioni da parte dei cittadini, in primis al sindaco - dice l’assessore Girgi - spesso siamo stati portati a conoscenza di alcune lamentele. L’ordinanza di chiusura era inevitabile, non risultano diversi requisiti fondamentali». «Quello che fa specie è che il Comune si trova a prendere atto, perché funziona così, delle stesse aperture di strutture che si occupano di un settore così delicato, quale la tutela dei minori all’interno di una comunità. Dispiace dover constatare questi problemi». «Si tratta di una comunità che ospita minori - spiega Antonella Bernareggi, dirigente dei servizi sociali - L’ordinanza è un atto dovuto a seguito di provvedimento da parte della commissione di vigilanza sulle strutture socio-assistenziale facente capo ad Ats Insubria». Ieri, all’interno della palazzina, piano terra e primo piano, c’erano sicuramente dei bambini e degli adulti.

La replica dalla cooperativa sociale non si è fatta attendere. In sostanza si afferma che «tutti i documenti sono stati inviati, tranne l’agibilità, che per la cooperativa doveva essere mandata dalla proprietà dello stabile»: a Hope, in affitto, erano in buona fede, e pensavano che tutte le carte di pertinenza, sottolineano, della proprietà, fossero in regola. All’interno della struttura sono ospitati una quindicina di utenti in tutto. Si tratta di una struttura di tipo educativo ad alta intensità, con i ragazzi inseriti da un Tribunale dei Minori. «Episodi come il lancio di bottiglie, purtroppo, in strutture del genere - viene affermato - possono capitare». La cooperativa afferma di essere in regola sotto ogni punto di vista: per il Covid, addirittura, ha «adottato un regolamento più stringente, con un doppio controllo della temperatura. Le strutture vengono danneggiate dai minori continuamente, viene detto, ma non per questo non sono stati effettuati lavori di miglioria». Hope afferma di «aver già presentato ricorso. Quanto ai presidi delle scuole, è stata tenuta traccia delle comunicazioni con le scuole stesse. Vi sono anche messaggi WhatsApp. Si contesta anche il fatto che vi sia stato un unico sopralluogo, e non un secondo per verificare se vi siano stati adeguamenti». La cooperativa, presente in altre strutture in provincia, in città ha in gestione un appartamento in via Rebecchino: un alloggio per l’autonomia.

(Christian Galimberti)

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