Cantù, il Ramadan in via Milano
«Non erano autorizzati»

L’associazione Assalam conferma: «Sabato sera ci siamo trovati e abbiamo pregato». La Lega: «Andiamo in Procura». Oggi si preannunciano verifiche da parte del municipio

Da una parte la comunità islamica locale. Che, dopo aver acquistato un capannone in via Milano, pensa che sia giusto utilizzarlo come un luogo dove si possa anche pregare.

E così, come spiega la stessa associazione Assalam, è stato fatto di certo sabato, a poche ore dall’inizio del Ramadan, il mese del digiuno musulmano. Dall’altra il Comune che, dopo aver già ricordato come la Regione vieti anche un uso temporaneo religioso dell’edificio, approfondirà quanto accaduto: potrebbero esserci anche conseguenze. Infine, la Lega Nord.

Stamattina è prevista una conferenza stampa. «Sabato sera - dice Alessandro Brianza, capogruppo consiliare - ero all’esterno e si sentivano preghiere e canti. Presenteremo un esposto in Procura, in Questura e alla polizia locale di Cantù: lì non c’è il permesso».

La comunità musulmana di Cantù. Ahmadou Gueye, vicepresidente dell’associazione Assalam e candidato al Consiglio comunale di Lavori in Corso, da quasi trent’anni vive a Cantù.

«Sabato sera ci siamo ritrovati - dice - c’era l’orario di preghiera e abbiamo pregato. Non possiamo avere l’autorizzazione temporanea per il Ramadan? Noi non abbiamo ricevuto nessun divieto».

Secondo quanto trapela dall’Amministrazione, il Comune, già da stamattina, verificherà quel che accade in via Milano.

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