«Cantù, l’ospedale perde i pezzi»
L’azienda: «Ma non c’è pericolo»

Un paziente ha denunciato diverse situazioni di degrado al Sant’Antonio Abate: «Crepe, calcinacci ed erba alta». La replica: «Sono problemi a noi noti. I giardinieri arriveranno»

Crepe alla base dei pilastri che reggono il portico all’ingresso. Crepe sui muri. Sopra i sottopassi. Intonaco in caduta libera. Ferri delle armature visibili, arrugginiti, a rischio di contatto. Squarci nei vetri. E poi erba alta decine di centimetri nelle aiuole. Secondo il paziente che ha segnalato tutto al nostro giornale, l’ospedale Sant’Antonio Abate di Cantù perde i pezzi.

Per l’Asst Lariana, l’azienda sanitaria pubblica che gestisce la struttura, si tratta di situazioni già messe in nota: si interverrà. A partire dallo sfalcio del verde, previsto nei prossimi giorni. Sul resto, mentre si ricorda come diverse aree siano state già rinnovate, si metteranno all’opera i muratori.

Le crepe? Un problema estetico ma non strutturale: per l’azienda, non c’è nessun pericolo. È un cittadino di Cantù, un paziente dell’ospedale, a far notare quel che, nella struttura della sua città, non vorrebbe vedere. A uno sguardo non superficiale, i segni di trascuratezza si possono notare.

Le crepe, del resto, preoccupano anche qualche dipendente. Parte dal portico di viale Ospedale il tour nei vialetti esterni dell’ospedale. Dove i pilastri, con le armature a vista, hanno crepe ben visibili. Una lunga crepa anche a destra, sullo stabile oggi punto di appoggio per il 118. Al cui ingresso, la tettoia in vetro, ha un’evidente squarcio. Altra lunga crepa sopra la portineria. Sotto il tetto.

Altri dettagli e immagini sul giornale in edicola sabato 27 maggio.

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