Cantù, Pronto soccorso affollato
Rimane l’emergenza ricoveri

All’ospedale non c’è più il blocco degli ingressi programmati ma l’attenzione resta alta

L’emergenza, quella che ha sovraffollato per giorni il pronto soccorso e costretto a bloccare i ricoveri programmati, posticipando le procedure non urgenti, pare alle spalle.

Ma la coda dell’influenza continua a creare problemi soprattutto agli anziani e continua a portare nel reparto di emergenza urgenza casi gravi di pazienti alle prese con le sue complicanze a livello respiratorio.

Per questo, unito a un’attività ordinaria che macina numeri non banali, anche se i letti di Chirurgia sono stati riaperti si continua a monitorare la situazione giorno per giorno.

Da circa un mese a questa parte il pronto soccorso di via Domea è diventato meta, giorno e notte, di persone che hanno contratto l’influenza.

Nella maggior parte dei casi si tratta di pazienti anziani con gravi problematiche respiratorie, che quindi non possono essere curate a casa, e con patologie croniche, le cui condizioni si aggravano.

E poi, appunto, le dispnee. Dal 14 gennaio e fino alla prossima settimana, al 3 marzo, al Sant’Antonio Abate di Cantù sono stati attivati dieci letti aggiuntivi per far fronte al periodo di maggiori ricoveri legato alla diffusione dell’influenza e delle sue complicanze, ma visti i numeri di queste settimane, sempre pari o superiori agli 82 accessi sulle 24 ore, soglia che fa scattare il sovraffollamento, la misura non è stata sufficiente.

Ieri pomeriggio attorno alle 17 si contavano 56 accessi dalla mezzanotte, il che significa, con altre sette ore di servizio davanti, arrivare a numeri ancora molto importanti. Al pronto soccorso, il quel momento, erano presenti 3 codici rossi, 7 gialli e 10 verdi. I casi di maggior gravità, insomma, sono ancora molti.

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