Cantù, sportello per malati di gioco
Ma i medici disertano l’incontro

Si è presentato un solo professionista alla riunione convocata sull’allarme ludopatia. L’assessore Brianza: «Il loro aiuto è essenziale, conoscono bene i problemi dei pazienti»

Lo sportello, nel chiostro del municipio di Cantù, in piazza Parini, è stato aperto: psicologi e professionisti in grado di aiutare le famiglie colpite dalla piaga del gioco d’azzardo sono lì, pronti ad ascoltare.

Ma, per ora, rasenta quasi lo zero assoluto il contributo dato alla causa, in termini di informazione alle famiglie, dai medici di base. Soltanto un medico, infatti, in tutto il territorio, si è presentato al primo incontro. Basterebbe dare una mano affiggendo dei manifesti nei propri studi, se non a formarsi sull’argomento con un breve video.

A ricordare che senza i medici impegnati sul versante del contatto diretto con le famiglie non si va da nessuna parte, sono l’assessore ai servizi sociali di Cantù Alessandro Brianza e il sindaco di Cermenate - capofila del progetto che coinvolge più Comuni - Mauro Roncoroni.

Proprio Roncoroni, lui stesso medico, ha scritto la lettera d’invito ai medici di base, in quanto voce essenziale dell’articolato progetto in corso. «La partecipazione all’incontro è stata veramente minimale», conferma il sindaco. Un’espressione più che diplomatica: solo un medico in tutto l’ambito dei servizi sociali di Cantù e dintorni, infatti, si è presentato.

Chiede ai medici di dare il proprio apporto l’assessore Brianza. «Non c’è la risposta che ci stavamo aspettando: vogliamo fare un appello ai medici di base perché ci diano una mano. Loro hanno il polso, conoscono i problemi dei loro pazienti». E conclude: «Almeno esporre il materiale informativo negli ambulatori per promuovere questo nuovo sportello sarebbe d’aiuto». Si parte da uno: un medico solo.

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