Cantù, uccise il nonno con 19 coltellate
A processo, rischia l’ergastolo

Chiusa l’inchiesta a carico di Luca Volpe, in cella da marzo. La Procura contesta al giovane anche l’aggravante della crudeltà

Sono accuse da ergastolo, quelle che la Procura di Como ha formalizzato nella richiesta di giudizio immediato a carico di Luca Volpe, il giovane che lo scorso marzo massacrò il nonno a coltellate al termine dell’ennesima lite.

Il pubblico ministero Simona De Salvo ha chiuso l’inchiesta sul delitto dell’ex bidello di Vighizzolo Giovanni Volpe, ucciso con 19 fendenti dal nipote che aveva cresciuto. Nei giorni scorsi il magistrato ha notificato il giudizio immediato per il ragazzo con l’accusa di omicidio volontario aggravato dal rapporto di parentela e dalla crudeltà.

L’atto della Procura prevede la fissazione del processo in corte d’Assise senza passare dall’udienza preliminare, a meno che il difensore di Luca Volpe non decida - com’è probabile - di chiedere un rito alternativo per poter ottenere, in caso di condanna, uno sconto di pena di un terzo.

Lo scorso metà marzo Luca Volpe, 26 anni, giovane con problemi di tossicodipendenza, ha avuto una violentissima lite con il nonno Giovanni, 78 anni, nell’appartamento di via Monte Palanzone 13 che i due condividevano. Il nonno - stando alla confessione fatta dal ragazzo dopo l’arresto da parte dei carabinieri di Cantù - aveva visto il nipote con una bustina di cocaina e lo aveva rimproverato.

Ne era nata una discussione sempre più accesa, nel corso della quale il ragazzo aveva preso un coltello da cucina e aveva trasformato una minaccia già rivolta all’anziano parente in passato («Ti buco la pancia») in una tragica realtà. Il ragazzo - molto probabilmente già sotto l’effetto della droga - aveva colpito ripetutamente il nonno con la lama e solo quando il coltello si è spezzato ha smesso di infierire sull’anziano.

Dopo il delitto Luca si era allontanato con i vestiti sporchi di sangue. Aveva caricato due prostitute in macchina e si era rifugiato in un motel di Novedrate, dove i carabinieri lo avevano trovato.

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