Carimate piange con il Gruppo sportivo
Tanta gente per l’addio a Silvano Radice

Grande commozione al funerale del presidente, pochi giorni dopo quello di don Eugenio. Don Giacomo: «Lascia un’impronta profonda». I ricordi: «Lui era la genuinità del volontariato»

«Silvano lascia un’impronta profonda, che solo degli sprovveduti o degli indifferenti eviterebbero di seguire», dice dall’altare don Giacomo Cavasin. Silvano Radice, fondatore, animatore e presidente del Gruppo Sportivo Carimate da mezzo secolo, scomparso la notte di Natale a 68 anni portato via da un malore.

Lui era “Il Pres”, don Egidio Broggini, che ha sempre considerato un padre dopo aver perso il proprio, Ernesto, da bambino, era “Il Capitano”, e l’aveva preceduto pochi giorni prima, a 88 anni.

«Custodi della comunità»

«Immagino che dal cielo – le parole del responsabile della Comunità di San Paolo della Serenza don Alberto Colombo – lui e don Egidio continueranno a custodire la nostra comunità».

Comunità che per la seconda volta in una manciata di giorni si è ritrovata a stringersi a una famiglia affranta, sentendosi un po’ più sola e con gli occhi gonfi di pianto in questo Natale che si è trasformato in una Pasqua. Ieri mattina si sono celebrati i funerali nella chiesa parrocchiale, quella di cui Silvano Radice, mosso da una fede genuina, si prendeva cura con affetto e dedizione e dove portava i nipotini Alessandro e Camilla come aveva fatto col figlio Federico, vicepresidente del Gs, dolente accanto alla mamma Vilma, perché crescessero come buoni cristiani.

L’educazione dei bambini era per lui un impegno di vita, e tutti i piccoli atleti del Gs Carimate erano i suoi “balit”.

A ricordarlo nell’omelia don Giacomo Cavasin, che, seppur si trovi a Carimate solo da un anno, conosceva bene Radice. Un ritratto, il suo, commosso e autentico, da quando arrivò in paese, e Silvano gli disse «per qualunque cosa cosa mi chiami anche di notte e io arrivo, come il 118», fino alla terribile vigilia di Natale.

«Mi mancherà quel suo sguardo vigile, sempre presente e gentile – ha proseguito -. È stato un amico fedele e attento, per taluni quasi un fratello. Bisognerà far tesoro di quanto abbiamo fatto finora e proseguire, certi che il vuoto lasciato da Silvano, grazie al suo esempio, potrà in qualche modo essere colmato. Lo dobbiamo a lui e alla nostra comunità cristiana che lo ha generato alla fede».

Tre sindaci in prima fila

Seduti in prima fila i sindaci dei Comuni della pastorale della Serenza con la fascia tricolore, Roberto Moscatelli di Figino Serenza, Serafino Grassi di Novedrate e Roberto Allevi di Carimate, che ha sottolineato il carattere schivo di Radice, una ritrosia all’apparire che si coniugava a una energia instancabile nel lavorare per il bene comune, senza pretendere che nulla fosse dovuto, tanto che quando gli venne assegnata la benemerenza civica, due anni fa, si ricorse a un piccolo stratagemma per farlo andare in municipio.

L’ex primo cittadino Flavio Lietti ha condiviso il proprio saluto a un caro amico, «una persona con uno straordinario senso di abnegazione. Nel suo cuore non c’era nulla per se stesso ma solo per i giovani, per l’oratorio, per la comunità e per la sua famiglia. Grazie Silvano, ci mancherai».

Non è mancato il ricordo del Gruppo sportivo Carimate: «Ciò che per te ha significato di più era la grande famiglia che si stava costruendo. Ti sei portato sulle spalle il peso del tuo ruolo come un padre di famiglia, il numero 1, con l’unico obiettivo di far trionfare i valori dell’amicizia, della tolleranza e dell’amore. E di questo oggi molti ti sono grati».

Silvia Cattaneo

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