Carugo, la protesta dei genitori
«Basta dad, riaprite le scuole»

In 40 si sono trovati insieme ai figli per esporre scritte e chiedere a gran voce le lezioni in aula

La protesta dei genitori degli studenti contro le lezioni a distanza parte da Carugo dove, nel pomeriggio di domenica 14 marzo, decine di famiglie si sono ritrovate per bocciare l’ennesima chiusura delle scuole. Alla vigilia del ritorno della Lombardia in zona rossa, una classificazione che mette i sigilli anche ai nidi, una quarantina di mamme e papà hanno risposto all’appello lanciato dall’associazione che riunisce i genitori degli alunni degli istituti di ogni ordine e grado per dire il proprio “no” alla decisione varata dal Governo, ma anticipata dalla Regione. «La didattica a distanza la reputo inutile non per gli insegnanti, ma perché non serve a un bambino di prima elementare che sta imparando a tenere in mano una matita» esordisce una delle promotrici della manifestazione, Deborah Folcio che motiva la protesta pacifica. «Vogliamo sensibilizzare lo Stato su questo tema che impatta sulle donne che, ancora una volta, vengono lasciate sole». L’appello è partecipare numerosi all’appuntamento che si ripeterà tra una settimana a livello nazionale. Così i genitori si fanno megafono della voce dei figli. Quella rilanciata sui tanti cartelli colorati che, ogni bimbo, tiene in mano per gridare che «la vera scuola è in presenza», o «l’istruzione è contagiosa». «Nelle scuole che frequentano i miei figli non c’era nemmeno una classe in quarantena - aggiunge Veronica Cattaneo, mamma e promotrice dell’evento - Mi chiedo se fosse giusto chiuderla. Eppure hanno chiuso dall’oggi al domani, creando problemi alle famiglie che si sono rivolte a nonni». Ma c’è chi non ha né nonni né zii a cui potersi appoggiare. «Capisco la pandemia, ma è un anno che siamo in emergenza. La scuola deve tornare ad avere la priorità» ha aggiunto il rappresentante regionale delle associazioni dei genitori nella scuola, Stefano Terraneo.

( Silvia Rigamonti)

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