Chiuse 19 attività in soli sei mesi
Cantù: «Aiutiamo chi produce»

Secondo la Camera di Commercio il settore manifatturiero è quello più in crisi nella città del mobile. Il vicesindaco: «L’anno prossimo sarà ancora difficile e dovremo sviluppare nuovi sostegni»

È per antonomasia la città delle botteghe artigiane e delle fabbrichette, Cantù. E sono proprio loro, oggi, che stanno pagando il prezzo più alto alla crisi, tanto che in 19 hanno chiuso nell’arco di sei mesi. Per questo l’amministrazione annuncia l’intenzione di adottare strumenti a sostegno delle attività produttive.

Per cercare di battere gli effetti negativi che l’emergenza Covid ha avuto su negozi e imprese il Comune punta all’erogazione di contributi e sgravi sulle imposte locali. A partire dalla promozione del Distretto del Commercio, ovvero la città intera dopo il recente allargamento, anche con le attività realizzate nell’ambito del Festival del Legno e di Shopping & Design.

E il bando che mette a disposizione 230mila euro di contributi a fondo perduto da assegnare alle micro, piccole e medie imprese del commercio, della ristorazione, del terziario, dell’artigianato vede scadere venerdì il termine ultimo per la presentazione della domanda.

Stando agli ultimi dati forniti dall’ufficio statistiche della Camera di Commercio di Como aggiornati al 30 giugno l’economia canturina è caratterizzata dalla presenza di 4.354 attività e vede una forte prevalenza di quelle manifatturiere e di commercio.

Le attività artigiane sono 1.507, con prevalenza di attività manifatturiere – 535 – e costruzioni, 468. Analizzando l’ultimo semestre emerge che dal 31 dicembre 2019 al 3, giugno 2020 il calo maggiore si conta proprio tra le attività manifatturiere, con 19 cessazioni.

Nel commercio, invece, la situazione resta costante e dal 31 giugno 2019 al giugno 2020 nei negozi di vicinato esterni ai centri commerciali le chiusure risultano 3. «Sappiamo che il 2021 si prospetta difficile – commenta l’assessore alle Attività Produttive, il vicesindaco Giuseppe Molteni -. Abbiamo cercato di aiutare concretamente sia il commercio che le imprese artigiane, con la promozione del Distretto del Commercio, con il marketing territoriale, a partire dal Festival del legno, con la riduzione della Tari del 25% per le attività produttive. Ma non finisce qui».

Perché è l’onda lunga della pandemia che non è certo terminata. «Abbiamo iniziato cercando di aiutare chi abbia accusato maggiormente il colpo – prosegue – ma l’anno prossimo cercheremo di capire quali interventi attuare per dare respiro anche alle attività produttive».

Silvia Cattaneo

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